- 19/08/2024 09:00
Colpo di scenalungo raggioTroppa offerta,giù i prezzi
Lo scorso autunno in pochi si volevano sbilanciare, ma il sentore comune era che la corsa al rialzo dei prezzi dei biglietti stesse arrivando al capolinea e la naturale conseguenza fosse un’inversione di tendenza, auspicata dai passeggeri, temuta dalle compagnie aeree (non ancora sazie del recupero post pandemia). E questo capolinea è puntualmente arrivato, ma solo in minima parte dovuto a un raffreddamento dei prezzi del carburante. Il principale indiziato, infatti, è l’aumento dell’offerta che, in particolare sulle tratte a lungo raggio in generale e intercontinentali nello specifico, hanno stravolto il mercato.
I primi dati
Secondo un’analisi effettuata dal Corriere della Sera sulla base dei dati Cirium, quest’estate si sta assistendo a una contrazione dei prezzi dei biglietti che sta andando al di sopra di qualsiasi previsione. Del resto, tornando all’autunno/inverno scorso, gli annunci a raffica di nuove rotte, aumento delle frequenze, ingresso di nuove compagnie aeree, era stato un chiaro campanello d’allarme: se la domanda sembrava rimanere forte, l’offerta appariva ben superiore, con il rischio di una battaglia al ribasso dei prezzi. Che puntualmente è arrivata.
Il cambio di passo
L’inversione di tendenza è arrivata nella tarda primavera di quest’anno, quando i vettori, in particolare su alcune rotte come Stati Uniti o Cina, hanno iniziato ad avere i coefficienti di riempimento non sufficienti a garantire margini adeguati. E immediatamente è partita la corsa al ribasso. Le cifre? Basta vedere costa sta succedendo nel terzo trimestre dell’anno, il più atteso dal mercato del trasporto aereo. Se l’India limita i danni al -3%, dicono i dati Cirium sui voli da e per l’Italia analizzati dal Corriere, per il resto si può parlare di crollo: dall’Argentina e il Brasile (rispettivamente -14 e -17 per cento), fino a Usa e Canada (-20 e -23%); per non parlare del -27% della Cina. Unica eccezione il Giappone, al vertice nelle richieste del mercato, per il quale la crescita dei prezzi non si arresta e registra un altro 8%.
Come si evolverà la situazione ora è presto per dirlo, ma non è escluso che nelle prossime settimane assisteremo a un taglio di rotte e frequenze per la stagione invernale e, probabilmente, a un assestamento in vista dell’estate del 2025.