• 21/01/2025 08:35

Prezzi e costi in crescita:vettori alla prova dei conti

Dopo le difficoltà di consegna dei nuovi aerei e i disequilibri tra domanda e offerta, ora un nuovo elemento potrebbe portare tensione nel pricing delle compagnie aeree.

Tra le novità del 2025, infatti, c’è l’entrata in vigore dell’obbligo del 2% dei rifornimenti con SAF presso gli scali europei. Il patto per la decarbonizzazione del settore aereo, è quindi entrato nel vivo. Una notizia che però potrebbe rappresentare un ulteriore causa di aumento delle tariffe.

I SAF costano anche 5 volte di più del carburante tradizionale, ma l’aumento di costo previsto potrebbe non essere l’unica difficoltà. La produzione in Europa è ancora insufficiente, come fa notare Il Sole 24 Ore, e secondo la finlandese Neste (uno dei maggiore produttori di SAF) nel 2026 avremo una capacità che rappresenterà poco meno dell’1% della domanda globale.

Le strategie dei vettori

Al momento dipendiamo quindi dagli Usa ma (come evidenzia sempre il quotidiano economico), “la produzione di Saf negli Stati Uniti potrebbe incontrare difficoltà dal momento che Trump intende abrogare l’inflaction reduction act, che fornisce incentivi ai produttori di bio carburanti”.

Le compagnie intanto corrono ai ripari. IAG, proprietaria di British Airways, afferma di essersi impegnata con 865 milioni di dollari di investimenti per l’acquisto e la produzione di SAF. Ad Ottobre TotalEnergies e Air France-KLM hanno firmato per 1,5 milioni di tonnellate di carburante, fino al 2035. Repsol e Volotea invece hanno raggiunto un accordo fino al 2029.

Per Il Sole 24 Ore arriveranno presto i primi segnali per scoprire se tutto questo farà aumentare i costi e quindi le tariffe: gli effetti si potranno sentire infatti sui primi dati delle trimestrali delle compagnie aeree. Comincerà easyjet, poi sarà la volta di Ryan Air e Wizz Air.

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