• 18/09/2024 08:35

Ryanair mostra i muscoliLa risposta ai competitor

Le modalità sono quelle consuete, presentarsi alla stampa di Milano e Roma per lanciare con il tradizionale anticipo le novità sulle due direttrici principali. Michael O’Leary scende ancora in pista in prima persona per parlare al mercato chiave della sua Ryanair, ma questa volta colpiscono le tempistiche.

Appare chiara la risposta immediata a easyJet e Wizz Air, appena scese in campo per annunciare le loro novità, con un concetto di fondo: ci siamo e vogliamo crescere ancora in Italia. E mantenere la leadership sulla Penisola.

La tattica

L’instancabile manager, che più volte ha annunciato l’intenzione di lasciare la scena, salvo poi rinviare le pratiche per la pensione, ha calcato i due palcoscenici raccontando ancora una volta l’andamento dei prezzi, il raffreddamento della domanda, l’impossibilità di paragonare Ryanair a concorrenti come easyJet e Wizz Air.

E in ultimo le ambizioni, come quella di arrivare a 60 milioni di passeggeri in un anno in Italia (tradotto in altri termini, il 30 per cento del traffico totale della low cost in dodici mesi).

Senza poi dimenticare di aggiungere nuove rotte (13 a Roma, 10 tra Milano e Bergamo, dove è arrivata anche la sorpresa della riduzione degli aerei basati). Tattiche accorte e studiate per ribadire ancora una volta che, nonostante tutto, chi può permettersi di mostrare i muscoli è ancora la low cost irlandese, il cui modello sembra capace di reggere a qualsiasi urto.

Fuori dal consolidamento
C’è poi un capitolo che sta interessando tutto il settore nel campo di battaglia di Ryanair, vale a dire i cieli europei: un fermento forse mai così intenso che sta portando a possibili acquisizioni di quote o di interi capitoli in vettori più piccoli da parte dei grandi gruppi. Gioco nel quale le low cost non appaiono interessate né come prede né come predatori.

Il motivo? Ecco la versione di O’Leary al Corriere della Sera: “Per noi vorrebbe dire comprare easyJet o Wizz Air. Ma entrambe hanno flotta tutta Airbus e hanno costi operativi più alti dei nostri. Perché dovremmo incasinarci in questo modo?”.

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