• 17/10/2024 08:00

Vertiporti e aerotaxi,è allarme burocraziaPrimo stop a Roma

La conferenza dei servizi del Campidoglio ha definitivamente bocciato il progetto del vertiporto di Piccolomini, e Roma dice forse addio ad essere la prima città italiana a sperimentare il collegamento di taxi drone con l’aeroporto. Un segnale di allarme per quello che viene considerato come il servizio di trasporto breve del futuro, ma che ora rischia di scontrarsi con burocrazia e regolamenti.

In Italia è corsa alla realizzazione di vertiporti un po' ovunque. A livello mondiale lo scorso anno erano 97 i progetti in fase di test, il 36% del totale. 16 avrebbero dovuto essere operativi entro il 2024, tra questi anche Roma. In Italia, dopo la Capitale, la città più avanzata è Venezia, che dovrebbe avviare i lavori quest’anno. Tra questi Varese, che vorrebbe lanciare il servizio di aerotaxi con la Svizzera. Ma anche Parma, così come Napoli che ha visto la sottoscrizione del protocollo d’intesa tra il Distretto aerospaziale della Campania (Dac) e la Gesac, società di gestione degli aeroporti di Napoli e Salerno.

Corre invece Milano, che ne promette 4 e intanto cerca di non perdere l'occasione delle olimpiadi invernali per cominciare a sperimentare i primi collegamenti tra il centro e Malpensa. A gestirli dovrebbe essere una società che comprenderebbe anche Lilium (il produttore di taxi drone), Sea e Skyports. Ora però, rischiano di essere in ritardo le certificazioni, visto che, dei 480 progetti di aeromobili Vtol a livello mondiale, il 90% è ancora solo un prototipo.

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