- 07/11/2018 11:53
Il low cost e il grande paradosso dell’aumento dei voli
Il 2018 sarà ricordato dalle compagnie low cost come il grande giro di boa. Fino ad oggi, una parte del mercato ha giocato le sue carte sulla leva del prezzo: una tecnica che ha consentito crescite rapide e veloci conquiste di quote di mercato. Ma sarà così anche nei prossimi mesi?
Lo scontro tra Ryanair-Wizz Air e l’Antitrust italiano è solo l’ultimo capitolo di una vicenda che affonda le radici molto più lontano. E, per la precisione, nell’aumento dei prezzi del petrolio e dunque del fuel. Un trend che ha messo sotto stress i margini delle compagnie e in particolari modo quelli dei vettori che sul prezzo di vendita hanno giocato buona parte della strategia.
Ma a giocare un ruolo fondamentale è a che l’aumento continuo dei viaggi in aereo: un elemento che in passato ha favorito (ed è stato favorito a sua volta) dalle compagnie a basso costo ma che rischia di rivelarsi un boomerang.
L’incremento della domanda ha infatti fatto crescere i voli e di conseguenza il bisogno di piloti da parte dei vettori. Però la formazione del personale di volo richiede tempo e soprattutto strutture adeguate per l’addestramento (e queste ultime sono, per forza di cose, limitate). Con un’offerta di manodopera stabile ma la domanda in aumento, i piloti si sono ritrovati con una notevole forza contrattuale. Elemento che si sta ripercuotendo sugli accordi di lavoro e sulle retribuzioni, con conseguenze sui conti.
E ancora, il tema sollevato dalla classifica di FlightReport, quello dell’esperienza di volo: un elemento che sta diventando sempre più importante.