• 16/04/2020 17:42

La sfida Ryanair-easyJet si sposta sul dopo Covid

Il dibattito su come sarà il trasporto aereo nel dopo emergenza è ufficialmente partito e tra cifre, ipotesi, tempi per ritornare a una almeno discreta normalità gli esperti e i big del settore iniziano a presentare le proprie teorie. Come buona prassi non mancano da subito le prime polemiche e in questo contesto si registra già il primo scontro a distanza tra i due rivali di sempre nel panorama europeo, easyJet e Ryanair.

Il tema è uno dei primi emersi dopo l’impatto iniziale: la ripresa sarà lenta, i fattori di riempimento per Covid torneranno (forse) a lungo termine, ma soprattutto sarà necessario adottare delle misure precise per garantire standard di sicurezza legati al distanziamento. E qui è partita la prima bagarre (nessuno scontro diretto, sia chiaro, solo botta e risposta a distanza. Ma già basta…).

La teoria Ryanair
Il primo a scendere in campo è stato il ceo di Ryanair Michael O’Leary, che ha definito come pura follia l’ipotesi che gli aerei alla ripartenza debbano volare con un load factor ridotto (60 per cento circa) per garantire le distanze dai passeggeri. Un assunto di natura puramente economica, tassi di riempimento del genere non possono dare redditività. Meglio i controlli sanitari e l’utilizzo delle mascherine.

La replica easyJet
Di tutt’altra opinione Johan Lundgren (nella foto) a suo volta ceo di easyJet, fresco reduce da un’anticipazione della semestrale che tutto sommato è riuscita a assorbire bene il primo impatto degli effetti dell’emergenza. Intervistato dal Guardian il manager ha spiegato che nella compagnia si sta già lavorando al dopo, per essere pronti a volare nel giro di due settimane. E per ripartire non ha dubbi: “La separazione in aereo e quindi i posti vuoti sono imprescindibili. Almeno in un primo tempo, ma non possiamo sapere per quanto andrà avanti”. Ma, aggiunge poi, easyJet può farcela ugualmente anche a queste condizioni.

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