- 18/09/2020 16:25
Quando trema il gigante
Le paure sono sempre più concrete e anche il gigante Lufthansa inizia a tremare. Il suo capoazienda Carsten Spohr non si trincera dietro a frasi di circostanza ma lascia trasparire preoccupazione. Mettere a terra 100 aerei potrebbe non bastare e le prossime settimane saranno decisive.
In primavera Spohr aveva immaginato una ripresa lenta fatta di saliscendi e un autunno più vicino alle attese, con un traffico vicino al 50% dello stesso periodo del 2019.
Ora che ci avviciniamo a grandi falcate verso le giornate autunnali Lh appare fragile, perché dal centro prenotazioni arrivano segnali negativi con un calo del traffico pesantissimi.
Lufthansa non può permettersi di attendere l’evoluzione, con la sua flotta e le molte (oggi troppe) controllate che faticano.
Oggi nella fase Covid forse i tedeschi stanno ripensando ai vari acquisti di mercato fatti negli anni passati, da Swiss a Austrian per non dimenticare Brussels e molte altre. Vettori che rappresentano una nazione e governi che stanno rallentando i progetti di Lufthansa.
Nessuno può infatti permettersi una compagnia aerea nazionale debole e indebolita dalla capogruppo. Così sono i politici a farla da padroni con gli uomini del trasporto aereo in seconda fila. Un tempo chi sedeva al vertice aveva un buon trascorso nel mondo dell’aviazione oppure la conosceva bene. Oggi guardando le linee aeree di mezzo mondo si nota che comandano gli uomini dei numeri. Soprattutto ora che di fronte al collasso del trasporto aereo bisogna cercare risorse tra le pieghe del budget e non si tratta più di scegliere tra Boeing e Airbus.