- 13/06/2022 17:03
Il caso Heathrow: guerra di nervi tra numeri record e rischio collasso
Sarà il leit motiv dell’estate nel trasporto aereo europeo, ormai è assodato: partire e arrivare in aeroporto rischia di essere un’esperienza da dimenticare, sempre che il proprio volo non sia già stato precedentemente cancellato. I motivi sono ormai ben noti: le società di gestione degli scali così come le compagnie aeree sono alle prese con carenza di personale, insufficiente per rispondere a un trend della domanda che ha superato ogni attesa e le conseguenze negative sono inevitabili. In questo contesto chi rischia di più in questo momento sembra essere la Gran Bretagna e gli aeroporti londinesi, Heathrow in testa. E già parte lo scambio di accuse reciproche.
La situazione
Uno degli aeroporti più trafficati al mondo come quello di Londra Heathrow ha appena rilasciato i dati di traffico di maggio, con il responso di essere ormai a un passo dalle cifre pre pandemia. Quello che tutti attendevano, da un certo punto di vista, se non che maggio non è ancora un mese ‘busy’ a tutti gli effetti per il settore. Eppure code, ritardi e cancellazioni avevano già iniziato ad affacciarsi per poi amplificarsi nel mese in corso e alzare il livello di allerta per il resto dell’estate.
La querelle
A gettare benzina sul fuoco ci ha pensato il ministro dei Trasporti britannico, Grant Shapps, che ha accusato le compagnie aeree e i tour operator di fare overbooking e vendere biglietti anche se non si potranno onorare gli impegni, vista la situazione precaria. Secca e immediata la risposta del comparto per bocca del ceo del Gruppo Iag Luis Gallego, a cui fa capo British Airways che, in un’intervista al Times, ha rimandato le accuse al mittente contestando a sua volta il Governo di non avere fatto nulla per cercare di migliorare la situazione negli scali con nuove assunzioni. Insomma, una vera e propria guerra di nervi destinata a protrarsi e riempire le cronache dell’estate in avvio.