- 03/03/2023 16:55
Tetto a voli a Schiphol. Iata e compagnie sul piede di guerra: si va in tribunale
Incomprensibile e illegale. La Iata e un gruppo di compagnie aeree capitanate da KLM e Delta hanno lanciato una battaglia legale nei confronti del governo olandese, che ha deciso di ridurre ulteriormente il traffico sull’aeroporto di Schiphol.
Il limite fissato di 500mila voli all’anno verrà infatti abbassato a 460mila voli a partire da novembre 2023, per poi calare ancora e arrivare a 440mila voli nel 2024.
L'associazione
La Iata ritiene che questa decisione politica del governo olandese contravvenga al regolamento UE 598/2014 sulle restrizioni operative relative al rumore negli aeroporti dell'Unione e ignori inoltre la Convenzione di Chicago, un accordo internazionale vincolante di cui i Paesi Bassi sono firmatari che prevede dopo un confronto con le parti interessate la riduzione dei voli come ultima risorsa per limitare l’inquinamento. Cosa che, secondo Iata, non è stata fatta.
“I Paesi Bassi stanno ostacolando l’economia e distruggendo la connettività – dice Willie Walsh, direttore generale di Iata -. E lo stanno facendo in violazione del diritto dell'UE e dei suoi obblighi internazionali. L'approccio ostile all'aviazione che distrugge posti di lavoro che il governo olandese ha scelto è una risposta totalmente sproporzionata alla gestione del rumore. Il governo ha persino rifiutato di impegnarsi in consultazioni significative con l'industria per raggiungere gli obiettivi di riduzione del rumore e delle emissioni, ripristinando l'occupazione e rivitalizzando l'economia post-pandemia. Il pericoloso precedente creato da questo approccio illegale non ha lasciato altra scelta che sfidarli in tribunale".
I vettori
Dall’altro lato, un gruppo di compagnie che vedono schierate KLM, KLM Cityhopper, Martinair, Transavia - tutte parte del Gruppo Air France-KLM – e ancora Corendon, Delta Air Lines, easyJet e TUI definiscono incomprensibile la decisione del governo olandese.
“Oltre ad avere un impatto negativo sull'economia olandese, la riduzione della capacità diminuirebbe significativamente le scelte di viaggio e la connettività per i consumatori” si legge in una nota diffusa dai vettori.
Le compagnie aeree sostengono che, oltre a violare la legislazione nazionale, europea e internazionale, la decisione non è necessaria, è dannosa e priva di un'adeguata motivazione, dato che l'industria aerea sta già ottenendo risultati significativi in materia di riduzione delle emissioni di CO2 e di abbassamento dei livelli di rumore.