• 03/08/2023 17:40

Vettori, trimestri al top Si apre la sfida autunno

Mentre si lavora per porre un freno al caro voli, nel trasporto aereo è tempo di trimestrali. E forse per risollevare la testa dopo tre lunghi anni che hanno profondamente segnato il settore, le compagnie aeree sembrano più che mai volersi esibire nello sfoggio dei numeri più brillanti, sottolineando in più casi come i risultati raggiunti siano “sopra le attese”. Tra le low cost, Ryanair sventaglia il suo load factor di luglio al 97%, easyJet dichiara utili per 203 milioni e Wizz Air archivia il primo semestre dell’anno fiscale 23/24 segnalando utili per oltre 61 milioni di euro e un incremento dei pax del 25%, arrivando ad affermare che ormai a fare la voce grossa sul mercato low fare europeo ci sono solo lei e il vettore di Michael ‘O Leary.

Tra le major, il Gruppo Lufthansa sancisce la fine della crisi pandemica, superando le performance del 2019 con 9,4 miliardi di euro di ricavi e 33,3 milioni di passeggeri trasportati, arrivando a prevedere il raggiungimento degli obiettivi 2024 già entro la fine di quest’anno. Ma è tutto oro quello che luccica?

Le statistiche diffuse dai big player dell’aviazione di linea europea sono evidenze di una vera ripresa o un fuoco di paglia, le cui fiamme potrebbero perdere vigore in autunno?

I dubbi degli analisti
Sia chiaro, non si vogliono fare profezie di sventura, ma solo qualche giorno fa Aci Europe ha messo in guardia le compagnie aeree, invitandole a rimanere con le ruote ben piantate a terra. Certo, dopo tre anni di pandemia, la voglia di tornare ai vecchi fasti è forte. Ma gli analisti e gli addetti ai lavori invitano alla prudenza.

Olivier Jankovec, direttore generale di Aci Europe, ha tenuto a sottolineare che “il 2023 non è il 2019”.

In primis sul fronte della capacità. Mancano gli aerei e le rotte del pre-pandemia. Un fattore che nel primo semestre ha fatto registrare volumi di passeggeri al -7,7% rispetto al ‘19.

Il traffico passeggeri nei primi 5 aeroporti europei nei primi sei mesi del 2023 si è attestato al -8,9% rispetto al pre-Covid e vi sono poi numerosi cambiamenti in atto. “Esistono variazioni significative nelle prestazioni tra i mercati nazionali e i volumi rimangono ancora al di sotto dei livelli pre-pandemia per oltre la metà (52%) degli aeroporti europei – ha spiegato Jankovec -. Ciò è in gran parte dovuto al fatto che i modelli di ripresa stanno diventando strutturali. Questi includono l’espansione selettiva dei vettori a basso costo e il relativo ridimensionamento dei vettori a servizio completo, nonché lo spostamento di parte del traffico domestico verso altre modalità di trasporto”.

Il potere di acquisto
C’è poi da tenere in considerazione la capacità di spesa dei viaggiatori e il fatto che viaggiare non sia un bene primario. E in quanto tale soggetto ai periodi di particolare ‘stress’ economico.

La parentesi del virus ha portato i consumatori a risparmiare in vista della riapertura completa del mondo ai viaggi, portando così a un forte rimbalzo della domanda, soprattutto nel lungo raggio, appena decadute le restrizioni. Ma ora, la forte inflazione che sta interessando l’intero Continente, ha eroso il potere di acquisto per le stagioni a venire. Guardando solo al mercato italiano, emerge dal report FragilItalia elaborato da Area Studi Legacoop e Ipsos che l’aumento dei prezzi sta costringendo il 51% dei connazionali a ridurre le spese per attività culturali e di svago, viaggi inclusi.

E la pressione dell’inflazione rischia di condizionare le performance future dell'aviazione leisure secondo Aci Europe. “Finora - avverte Jankovec - la domanda è rimasta estremamente resiliente di fronte alle pressioni inflazionistiche e agli aumenti record delle tariffe aeree dall'inizio dell'anno. Ma, guardando avanti e oltre i mesi estivi di punta, vediamo significativi rischi al ribasso e molta incertezza. Questi includono la prospettiva di un deterioramento della macroeconomia per l'Eurozona e il Regno Unito, nonché i segnali iniziali che la spesa discrezionale potrebbe iniziare a diminuire e che le riserve di risparmio per la pandemia sono esaurite”.

Un'ultima incognita riguarda le politiche di pricing dei vettori, se il costo del fuel continuerà a salire. L'utimo bollettino Iata segnala una risalita. Bisogna sperare che il mercato sia capace ancora una volta di superare le attese.

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