- 21/08/2023 16:21
Monarch Airlines,inizia la rinascita: il brand riappare sui social e online
A sei anni dal suo collasso, che diede il via nel 2017 a quella che allora fu giudicata la più grande operazione di rimpatrio del Regno Unito in tempo di pace, il marchio Monarch potrebbe presto risuscitare. Sui social media il brand è riapparso alla fine della scorsa settimana e durante l’ultimo weekend confermando la notizia secondo cui i marchi Monarch Airlines e Monarch Holidays sarebbero ‘passati a nuova proprietà’.
Un nuovo direttore
Non ci sono ancora dettagli ulteriori, ma si sa che Monarch Airlines Limited e Monarch Holidays Limited sono state costituite il 18 gennaio di quest’anno, con sede a Luton.
Giovedì scorso, aggiunge TTG Media, Daniel Ellingham è stato nominato direttore di entrambe le aziende e, secondi quanto riporta il suo profilo LinkedIn, è stato nominato presidente di Monarch il mese scorso.
In un’intervista rilasciata ad Airways il manager si è dichiarato “onorato” di guidare Monarch in una nuova era, promettendo di dar vita “a un’azienda nuova e forte per il settore turistico del Regno Unito”. L’idea è quella di colmare le lacune create nel mercato dalla pandemia di Covid, che ha avuto come conseguenza nuove opportunità per i vettori anche in tratte precedentemente troppo affollate. Quando fallì, Monarch aveva sede a Luton e gestiva quattro basi britanniche: Birmingham, Gatwick, Leeds Bradford e Manchester.
Secondo Airways, la nuova Monarch dovrebbe però ancora ottenere dalla CAA il certificato di operatore aereo.
Intanto sul nuovo sito web letsmonarch.co.uk per ora è apparso lo slogan ‘Stiamo lavorando duramente per costruire una Monarch nuova di zecca, solo per te”.
Il più grande programma di rimpatrio
Quando, nell’ottobre del 2017, il vettore fallì lasciò a terra qualcosa come 110mila passeggeri, tutti bloccati all’estero, cui si aggiunsero altri 750mila con prenotazioni effettuate in anticipo. Il governo britannico e la CAA intervennero lanciando il più grande programma di rimpatrio in tempo di pace della Gran Bretagna, costato ai contribuenti 60 milioni di sterline. Una maxi operazione che intaccò l'Air Travel Trust Fund per un importo di 16 milioni di sterline.