- 20/09/2023 11:57
Gattinoni, Fto: “Bene l’Antitrust, su Ryanair ha accolto le nostre tesi”
Non potrebbe essere più soddisfatto di così Franco Gattinoni, presidente della Federazione Turismo Organizzato di Confcommercio. “L’Antitrust ha accolto la tesi che sosteniamo da tempo” dice. Il suo riferimento è all’istruttoria avviata dall’Autorità contro Ryanair per possibile abuso di posizione dominante.
“L’Autorità garante della concorrenza e del mercato - spiega Gattinoni in una nota - ha tenuto conto delle nostre segnalazioni e ipotizza che il vettore aereo low cost possa aver messo in atto condotte mirate a danneggiare agenzie di viaggi e tour operator, compromettendo al tempo stesso la libertà di scelta dei consumatori”.
"Si discriminano i passeggeri"
La tesi sostenuta da Fto e accolta dall’Antitrust è che la strategia di Ryanair sia quella di escludere gli operatori del turismo organizzato dalla prenotazione e vendita dei biglietti e dei servizi turistici, “una politica commerciale tesa a discriminare tra i passeggeri che effettuano l’acquisto diretto dei viaggi sul sito della compagnia e quelli che si rivolgono, per varie ragioni, a intermediari professionali”.
L’abuso di posizione dominante, secondo Fto, consiste proprio in questo: un atteggiamento che ostacola lo svolgimento di una concorrenza effettiva nel mercato dei servizi turistici, “a danno - sottolinea Gattinoni - delle agenzie di viaggi e con effetti negativi per il benessere dei consumatori che si avvalgono di tali operatori”.
Il concetto di monopolio
Il presidente di Fto insiste, poi, nuovamente sul concetto di monopolio: “Sulla base di dati forniti da Enac - evidenzia - emerge che nel 2022 Ryanair è risultato l’unico vettore aereo attivo in 114 collegamenti tra aeroporti nazionali e in 910 collegamenti tra aeroporti italiani ed europei. I collegamenti in cui Ryanair risulta monopolista o detiene una quota di passeggeri superiore al 50% sono complessivamente oltre 190 nazionali e 1.200 tra aeroporti italiani ed europei”. Una situazione che, rimarca, ha poco a che fare con la libera competizione di mercato.