- 01/09/2021 10:37
Quando l'algoritmo fa bene a hotel e clienti: il caso di Smartpricing
Aumentare il tasso di riempimento degli alberghi e, nel contempo, assicurare ai viaggiatori tariffe dinamiche e adeguate al periodo da loro scelto per le vacanze. Corre su un doppio binario la mission di Smartpricing, la startup italiana il cui obiettivo è aiutare le strutture ricettive a migliorare le performance ottimizzando i prezzi delle camere di hotel, case vacanza e b&b in modo da renderli dinamici per adattarsi ai mutamenti della domanda.
Prezzi dinamici
“Uno dei nostri clienti - spiega a Repubblica Luca Rodella, uno dei tre ideatori della startup insieme a Tommaso Centonze ed Eugenio Bancaro - ha avuto questa estate un aumento del fatturato del 32,28% rispetto allo stesso periodo del 2019 e un tasso di camere vendute aumentato del 11,68%. La struttura non è cambiata nel tempo, semplicemente non sapeva che la chiave per ottenere la massima resa era nell’ottimizzazione del prezzo”.
Adr e revPar sotto la lente
L'impiego dell’algoritmo di Smartpricing ha spinto in media del 20% il fatturato dei clienti intervenendo sui due fattori chiave del settore: l’adr (average daily rate) e il revPar (revenue per available room), un indicatore per misurare la profittabilità di una singola stanza. Una volta migliorati questi due elementi, è possibile di conseguenza aumentare il tasso di occupabilità delle strutture e infine il fatturato.
Gli errori da evitare
Ma quali sono gli errori più frequenti da parte degli albergatori? Il primo, il più classico, è impostare prezzi troppo alti, sopravvalutando la propria struttura. In questo modo si rischia di entrare nel pieno della stagione con la struttura non totalmente al completo e, per correre ai ripari, si abbassano i prezzi in maniera troppo drastica, svendendo così la propria offerta.
Al contrario, spesso gli albergatori impostano tariffe troppo basse e, pur avendo la struttura al completo durante la stagione migliore, perdono di conseguenza potenziali guadagni che a volte superano il 20%. L’importante, poi, è abbandonare il discorso dei prezzi fissi in ogni stagione: in un mercato molto dinamico come quello dell’accoglienza alberghiera questa modalità non funziona più, soprattutto in un periodo come questo, caratterizzato da una domanda sempre più volatile e da un margine di prenotazione sempre più stretto.