- 24/10/2022 10:11
Shock energetico, il 6 per cento degli albergatori pensa di chiudere
Il 6% degli albergatori italiani prevede di chiudere nel corso del 2023. È questo uno dei dati più preoccupanti che emergono dall’ultimo Osservatorio sul Turismo Nomisma-Unicredit, che rileva la difficoltà più grande degli operatori del settore: quella di far fronte all’aumento esorbitante dei costi energetici cercando di salvaguardare la qualità e contenere i costi per evitare il calo della domanda.
“Il 67% del nostro campione denuncia criticità operative nello svolgimento delle proprie attività, a causa non solo degli aumenti del prezzo dell’energia, ma anche della difficoltà nel reperire le materie prime e dei ritardi nelle consegne - spiega a Il Sole 24 Ore Valentina Quaglietti, project manager di Nomisma -. Il 6% degli operatori prevede addirittura di non riuscire a proseguire la propria attività nel corso del 2023, mentre un 12% non è in grado di valutare ora se ci riuscirà o meno”.
La strategia di attacco
Lo shock energetico, tuttavia, non è solo subito: le aziende stanno infatti cercando di trovare strade alternative per mantenere i margini: “La ricerca - sottolinea Annalisa Areni, responsabile Client Strategies di UniCredit - mostra come la filiera turistica italiana abbia reagito con rapidità al nuovo scenario e stia adottando strategie per gestire le difficoltà operative”. Un operatore su tre ha dovuto rivedere il proprio piano degli investimenti. Il 43% degli intervistati sta ad esempio pianificando investimenti per migliorare l’efficientamento energetico delle strutture, mentre il 39% intende dotarsi di impianti per la produzione in proprio di energia da fonti rinnovabili. L’81% delle imprese sta inoltre adottando o adotterà entro l’autunno azioni per gestire le difficoltà operative. Il 75% ha già attuato un aumento dei prezzi delle camere e (il 43%) dei servizi offerti. Il 34% ha deciso di ridurre i mesi di apertura delle strutture. La maggior parte sta al tempo stesso lavorando per modificare l’offerta in chiave più personalizzata e “smart”, in modo da dare una risposta alle nuove esigenze del mercato che, sempre secondo l’Osservatorio, dimostra di premiare questo genere di proposte tailor made e la digitalizzazione delle strutture .