- 25/09/2023 10:02
Tassa di soggiorno, il record del 2023: salirà a 702 milioni di euro
Un totale di 702 milioni di euro, a più 13,4% sul 2022 ma anche superiore agli incassi del periodo pre-pandemico. Questo quanto le casse comunali riceveranno dalla tassa di soggiorno nel 2023, in base alle stime effettuate da Il Sole 24 Ore grazie all’Osservatorio nazionale sulla tassa di soggiorno Jfc.
Un livello record, dunque, sia per quantità dell’importo, sia per numero di Comuni che hanno introdotto la tassa, che è arrivato a 1.013. Le regole applicative, spiega il giornale, variano da Comune a Comune, e restano irrisolti i nodi della riscossione dell'imposta relativa alle case vacanza affittate tramite le piattaforme e della destinazione delle risorse spesso utilizzate dagli enti locali per voci non legate alla finalità turistica.
“L’aumento dei Comuni che hanno adottato l’imposta e il rialzo (talvolta il raddoppio) delle tariffe deciso da molti enti locali hanno spinto gli incassi” spiega Massimo Feruzzi, amministratore unico di Jfc e responsabile dell’Osservatorio nazionale sulla tassa di soggiorno. “Inoltre la flessione del turismo ha interessato soprattutto le zone balneari e non le città d’arte, che raccolgono la maggior parte degli introiti - aggiunge Feruzzi -. Ed è anche cresciuta la clientela straniera, in particolare americana, che predilge hotel 4 e 5 stelle dove l’imposta è più elevata”.
Quanto costa ai turisti
Il tetto massimo è cinque euro per le strutture più lussuose e scende via via che si abbassa il numero delle stelle. Questo però, spiga il Sole 24 Ore, non assicura la proporzionalità dell’imposta rispetto al costo del soggiorno: infatti, un importo di 20 euro a notte per quattro persone, se confrontato con le tariffe di un cinque stelle, può, in proporzione, pesare molto meno dei 9-12 euro pagati in strutture di categoria inferiore. La Manovra 2023 ha poi permesso ai Comuni con afflusso turistico 20 volte superiore ai residenti di raddoppiare la soglia e portarla a dieci euro. Lo possono fare cinque città (Rimini, Venezia, Verbania, Firenze e Pisa), dato che per il 2023-2025 va considerata la media delle presenze turistiche del triennio 2017-2019.
Per ora l’incremento è stato deciso da Firenze, che ha innalzato il tetto a otto euro. Per Roma è poi prevista una normativa ad hoc, per cui l’attuale tassa di sette euro salirà a dieci dal primo ottobre, diventando così la più alta d’Italia. Nella Capitale l’Osservatorio stima che l'incasso arriverà a 159 milioni a fine anno, contro i 132 del 2022.