- 05/12/2012 15:52
Una pallina di vetro
Alcuni anni fa, il mio amico Gianni mi ha fatto uno splendido regalo.
Di ritorno da non so più quale città della Germania, sotto Natale, mi ha portato 3 bellissime palline di vetro per l'albero. Sembrano le vetrate di una cattedrale, con spicchi gialli, rossi e blu.
Ieri sono scesa nel sottoscala per portare in casa gli addobbi per l'albero (ho una figlia, cercate di capire… a 8 anni il Natale non arriva mai abbastanza in fretta) e scopro, con tristezza, che una delle mie meravigliose palline si è sbeccata.
Non so da voi, ma il mio albero di Natale non è affatto trendy.
Il mio albero è un racconto: mia figlia appende ogni cosa le capiti fra le mani, sulla cima ci mettiamo una coroncina di filo d'argento che aveva usato per fare l'angioletto in uno spettacolo di scuola, e ogni pallina ha la sua storia, la storia degli amici che me le hanno regalate, la storia mia.
Ora, la pallina di Gianni, è evidente, è insostituibile.
Ma io voglio una nuova pallina di vetro. Così mi son convinta: è ora di fare un giro in un mercatino di Natale.
Non sono un cultore della materia. Alla quarta casetta, di solito, mi arriva una congestione storica e con il mal di stomaco le bancarelle perdono tutto il loro fascino. Ma quest'anno sono determinata.
L'offerta italiana di mercatini è sorprendentemente ampia, considerato che non sono una tradizione propriamente nostra. Non c'è città o paesino che non metta in piazza le sue bancarelle e le musiche di Natale. Da Taranto, per dire, il 16 dicembre partirà un treno storico in direzione Salerno, per il Mercatino di Natale della città campana.
Ma la mia bussola punta a Nord. Bolzano, Merano, Bressanone, Vipiteno e Brunico quest'anno si sono unite e hanno aperto le casette insieme il 29 novembre e le chiuderanno il 6 gennaio: tema del Natale 2012 la filosofia bio.
Il mercatino di Trento quest'anno compie 20 anni e ha festeggiato l'apertura, il 24 novembre, in trasferta, a San Felice sul Panaro, in provincia di Modena, per portare un po' di atmosfera natalizia alle popolazioni colpite dal terremoto dell'Emilia Romagna.
Ancora non so dove andrò, ma voglio un posto dove la mia bambina e io potremo rimpinzarci di stollen, pulsnitzer pfefferkuchen, pflaumentoffel e altri dolciumi dai nomi impronunciabili.
E dove io possa trovare una pallina di vetro con dentro una nuova storia.
twitter @cperoglio