- 30/06/2020 17:24
Americani, lo stop dell’Europa
Alla fine il via libera delle capitali europee è arrivato: da oggi possono entrare nell’area Schengen i visitatori provenienti da 15 Paesi extra Ue, ma non gli statunitensi, che per ora sono esclusi dal provvedimento insieme a Israele, Russia, Brasile e India a causa di una situazione epidemiologica in continuo peggioramento. Diversa ancora la situazione della Cina: i suoi cittadini potranno infatti entrare in Europa ma solo se il Paese rispetterà il criterio di reciprocità, ossia se eliminerà a sua volta la quarantena obbligatoria nei confronti dei cittadini europei.
Roma senza statunitensi
La decisione di non ammettere nello spazio europeo i cittadini statunitensi non potrà non avere gravi ripercussioni sull’incoming dal nostro Paese. Basti pensare che, nella sola Roma, in certi periodi dell’anno - come appunto in alta stagione - arrivano a rappresentare il 70% circa sul totale di presenze.
Una decisione, quella dell'Ue, motivata tuttavia dalla necessità di tutelare la salute del Vecchio Continente, dal momento che gli Stati Uniti hanno ormai superato la soglia di 2,5 milioni di infetti dall’inizio della pandemia, confermandosi il Paese più colpito dal Covid-19 e facendo segnare, proprio in questi giorni, un balzo preoccupante della curva dei contagi.
Come riporta corriere.it l’elenco dei Paesi i cui cittadini potranno varcare i confini dell’Unione europea verrà aggiornato ogni due settimane e al momento include i visitatori provenienti da Algeria, Marocco, Tunisia, Rwanda, Serbia, Montenegro e Georgia. Ingresso libero anche per i visitatori long haul in arrivoi da Canada, Uruguay, Thailandia, Corea del Sud, Giappone, Australia e Nuova Zelanda.
Tre i criteri sulla base dei quali è stata stilata la lista dei Paesi ammessi: un tasso di nuovi contagi ogni 100mila persone nelle ultime due settimane non superiore a 16,1, cifra che rappresenta la media europea; un trend di questi decrescente o quanto meno non in aumento, e soprattutto un indice di ‘affidabilità’ del sistema sanitario di un dato Paese superiore a 57. Un criterio, quest'ultimo, stabilito in base ai parametri fissati dall’International Health Regulations dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che misurano la capacità di risposta di una nazione a emergenze sanitarie pubbliche di rilevanza internazionale.