- 10/05/2019 10:49
Al via la fase 2 della fatturazione elettronica
La fattura elettronica entra nella “fase 2”: l’Agenzia delle Entrate si prepara all’utilizzo delle informazioni ricevute. Infatti ora che verrà superata la scadenza del 16 maggio, data entro la quale dovranno essere trasmesse tutte le fatture elettroniche relative al 1° trimestre 2019 (come noto, infatti, la “moratoria” delle sanzioni consente di inviare tutte le fatture di gennaio, febbraio e marzo entro la scadenza del 16 maggio: dal 1° luglio invece entrerà in vigore la scadenza “standard” dei 10 giorni entro i quali spedire le fatture) l’Agenzia delle Entrate avrà a disposizione sostanzialmente tutte le fatture emesse/ricevute in questi mesi.
Come anticipato dal Direttore dell’Agenzia delle Entrate Antonino Maggiore, i dati raccolti saranno utilizzati da una parte per potenziare la “compliance” (termine in voga in ambito fiscale negli ultimi mesi per definire la conformità, dei contribuenti, alle norme e alle regole fiscali: sostanzialmente il rispetto delle scadenze e del corretto calcolo delle imposte), mentre per le situazioni più gravi, come quelle di frode, si punterà sui controlli diretti.
Il tutto si gioca, quindi, sulla capacità di “processare” la ingente mole di informazioni ricevute dal fisco, che a regime potrebbe arrivare fino a 1,8 miliardi di fatture elettroniche emesse/ricevute.
Sicuramente la fase iniziale di questo processo è stata caratterizzata dalla combinazione di istruzioni complesse, necessità di chiarimenti, assistenze software in affanno e onerosi adempimenti da sostenere (e non è ancora finita: siamo tutti in attesa di sapere quali obblighi deriveranno dai “corrispettivi telematici”).
Le aspettative più rilevanti che attendono una risposta sono la tanto reclamata maggiore efficienza dei processi di organizzazione e gestione aziendale e i risvolti positivi sulla riduzione dell’evasione fiscale.
L’utilità effettiva di questa riforma epocale dipenderà in maniera sostanziale dalla capacità dell’amministrazione finanziaria di usare tempestivamente ed efficacemente le informazioni che tutti noi contribuenti stiamo inviando loro comodamente a domicilio.
La “palla” passa quindi ora all’Agenzia delle Entrate: tutti noi abbiamo dato il massimo per adeguarci alle loro richieste, ora vedremo se loro sapranno ben utilizzare quanto ottenuto.
Ma attenzione: l’Agenzia delle Entrate dovrà essere in grado di distinguere gli errori da quella che invece è vera evasione, per evitare di colpire coloro che hanno avuto, in assoluta buona fede, soltanto difficoltà nell’adeguarsi ai nuovi adempimenti e nessuna intenzione di frodare il fisco.
Giulio Benedetti – Studio Benedetti Dottori Commercialisti – www.studiobenedetti.eu – www.iva74ter.it