- 06/02/2018 18:16
Gli hotel firmati Alpitour Un futuro da albergatori
È un futuro sempre più vicino all’universo alberghiero quello che Alpitour disegna per le prossime stagioni. Una prospettiva che già il presidente del Gruppo Gabriele Burgio aveva tracciato un paio di anni fa, immaginandosi la società a distanza di dieci primavere.
Il tour operator di Via Lugaro non prevede che la rivoluzione del business avvenga a stretto giro, “si tratta di un processo di ampio respiro e strutturato” sottolinea il direttore tour operating Pier Ezhaya, nel corso dell’incontro con la stampa organizzato ieri per fare il punto sui prossimi investimenti.
“Nel 2018 disinvestiamo dal prendere strutture gestite da soggetti terzi, per virare sempre più su un controllo totale del prodotto - sottolinea il manager -. Ovviamente non rinunciamo al business generalista, ma tra 3-5 anni bisognerà inevitabilmente impegnarsi su una gestione in esclusiva dell’offerta, oppure il mercato rischierà di tagliare fuori chi non sa adattarsi al cambiamento”.
Lo schieramento per l'estate
In questo quadro, all’estate 2018 Alpitour arriva con un’armata di 113 club commercializzati, di cui 6 nuovi AlpiClub su 44; altrettante new entry per i SeaClub, su un panel di 43; mentre Bravo Club cresce con 4 strutture, arrivando a un totale di 26. A queste si aggiungono poi le strutture brandizzate e vendute in esclusiva per l’Italia, in totale 118, di cui 30 new entry.
Sul fronte prodotto, il progetto di investimento più importante è 'Mare in Italy', dedicato al balneare in Italia, che porta con sè anche l'abbattimento delle quote forfettarie di iscrizione, nuovi hotel come il Marsa Siclà e operazioni charter con Neos su Obia e Palermo.
Un 2018 che per il t.o. si apre con un +18% nei ricavi, e un volume di fatturato al rialzo di 42 milioni di euro: 274 i milioni di euro attuali, a fronte dei 232 dello scorso anno pari data. Cifre che arrivano dopo un 2017 chiuso nel complesso, per la divisione tour operating, a 747 milioni di giro d’affari e oltre 62 milioni di ricavi netti registrati da Alpitour e Francorosso, cui si sommano i 20 milioni generati da Swan Tour.
Le rotte del business
Diverse le direttrici che stanno trainando la crescita: “In primis il Vietnam, novità del 2017, su cui attualmente abbiamo 3.200 pax al momento, ma puntiamo a superare i 4mila. E sul Paese contiamo di investire ancora” specifica Andrea Moscardini, da novembre scorso direttore commerciale del Gruppo.
Raddoppiano poi i volumi sull’Egitto, passando da 8.500 pax agli attuali 18mila, mentre le Maldive segnano un +23%; positivi anche i dati dell’East Africa (con Tanzania a +14% e raddoppio del Kenya), dell’Oceano Indiano e dell’Oman ( +30%).
Sul fronte societario, l’approvazione dei dati di bilancio avvenuta lo scorso 30 gennaio ha confermato poi le anticipazioni che erano già circolate al riguardo nelle settimane scorse: il Gruppo Alpitour, che nel 2017 ha visto una forte ricapitalizzazione da 120 milioni di euro grazie all’impegno della Tip di Giovanni Tamburi, ha chiuso il 2017 con fatturato a 1,224 milioni, registrando un Ebitda di 46 milioni (+25% sul 2016) e un utile netto di 10,5 milioni.