- 21/04/2020 15:14
Gattinoni-Ezhaya a TTGSettore a rischio collasso
Un fondo straordinario dedicato al turismo. Una richiesta di attenzione immediata. Perché sino a oggi si è visto poco, malgrado gli sforzi delle associazioni di categoria che attraverso il Manifesto per il Turismo Italiano hanno raccolto oltre 35 mila firme.
“Si è visto poco? Direi zero assoluto – dice Franco Gattinoni (a sinistra nella foto), vice presidente di Fto, tra i promotori del Manifesto –. Guardi che al momento non c’è nulla a sostegno del comparto. Adesso abbiamo bisogno di risposte concrete perché siamo fermi alle buone intenzioni. Le nostre richieste sono condivise da Governo e opposizione, ma il tempo passa…”.
Il fondo straordinario
Solo pochi giorni Astoi e Fto hanno rilanciato l’azione con un lungo comunicato dove in sostanza chiedevano l’attivazione immediata di un fondo straordinario di almeno 750 milioni a fondo perduto, perché senza provvedimenti mirati “si prevede la perdita di 50 mila posti di lavoro”.
Buono vacanze in arrivo?
Intanto pare ormai certo che nel prossimo decreto sarà inserito un buono vacanze per l’estate 2020. Ma le modalità sembrano ancora definire.
“Forse si tratterà di un credito d’imposta, ma abbiamo bisogno di molto altro come settore – sostiene Pier Ezhaya (nella foto a destra), consigliere delegato di Astoi –. Senza un fondo straordinario rischiamo veramente di vedere sparire aziende e posti di lavoro. Non servono le misure generiche, ma qualcosa di specifico per il nostro turismo. Senza interventi immediati il comparto collassa”.
I rischi per il settore
Come dicono molti imprenditori si rischia di perdere un anno intero e, la possibile riapertura (lenta e vincolata), di questa estate non riempirà il serbatoio delle imprese turistiche.
“Certo che si rischia di perdere un anno intero – aggiunge Gattinoni –. Abbiamo chiuso prima di tutti e rischiamo di riaprire dopo. Ormai abbiamo perso mesi e mesi di prenotazioni e non parliamo delle cancellazioni. Per rivedere il business dobbiamo attendere il 2021, ma almeno ci aspettiamo che il Governo comprenda le difficoltà del settore e intervenga subito. Forse le aziende più grandi hanno ossigeno, ma ancora per pochissimo tempo. E le piccole imprese come resisteranno?”.
I rischi per le pmi
Proprio su piccole e medie imprese è puntata l’attenzione degli osservatori di mercato perché senza un sostegno al reddito molti non riapriranno neppure. Tesi che trova d’accordo Ezhaya: “Realtà di 5/10 dipendenti rischiano di sparire nel silenzio. Ecco perché gli interventi devono essere diretti. Poi esistono altri rischi legati alle debolezze delle nostre aziende che potrebbero diventare prede di investitori esteri”.
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