- 03/09/2020 17:32
La ripresa post Covid cancella l’early booking
È la prima, vera, fortissima rivoluzione che sta toccando nel profondo il mondo del turismo alle prese con l’uscita dalla pandemia: i primi viaggi che vengono prenotati dopo il Covid abbandonano completamente le logiche di prenotazione e diventano last second.
Insomma, si prenota il mercoledì per partire il sabato, e la finestra fra i booking e la realizzazione del viaggio sta diventando strettissima.
E questo accade non solo in Italia, dove tradizionalmente i turisti hanno molte difficoltà a prenotare i loro viaggi in anticipo, ma è un’onda lunga che sta investendo tutto il mondo. Complice l’insicurezza sulle misure restrittive che possono essere applicate da un giorno all’altro a questa o quella destinazione, senza preavviso, il cliente non ha certezza sul futuro se non su quello immediato.
Ecco, quindi, che la programmazione su lunga durata si perde inesorabilmente a vantaggio di viaggi da fare subito e da cui tornare velocemente.
I segnali
I primi segnali in questo senso li ha dati Virtuoso, all’interno della sua convention annuale, quest’anno svoltasi online a metà agosto. Secondo i dati del player, le prenotazioni sottodata nel secondo trimestre 2020 hanno raggiunto il 43% del totale, contro il 37% dell’anno precedente.
E se Virtuoso fissa l’asticella del sottodata fino a 2 settimane prima del viaggio, in Europa Accor segnala che i tempi di prenotazione sono ancora più ristretti. “Il lunedì – dice il ceo Sebastien Bazin – si prenota per il weekend in arrivo”. Secondo Accor, il 60% delle prenotazioni di agosto hanno avuto non più di 5 giorni di anticipo.
Le conseguenze
È ovvio che un business impostato in questo modo rende difficile se non impossibile la gestione per le imprese del turismo e non è sostenibile sulla lunga durata. Non permette, infatti, di fare previsioni di alcun genere e di gestire i flussi e il lavoro in maniera omogenea.
In alcuni mercati è altamente probabile che questo trend vada a scomparire con la parziale risoluzione delle questioni legate alle misure restrittive e alla fine dell’emergenza Covid, ma resta aperto un tema sul mercato italiano.
Se è vero, infatti, che il turista tricolore è ‘allergico’ alla pianificazione delle vacanze con largo anticipo, il rischio concreto che questo trend si prolunghi sul nostro mercato anche oltre l’emergenza c’è. E sarebbe un altro problema che si va ad aggiungere alle enormi difficoltà che oggi affrontano le aziende del comparto.