- 28/10/2021 17:33
L’inverno del long haul Tutti i problemi dei t.o.
Un lungo inverno che sembra non finire mai. Malgrado l’apertura dei corridoi turistici Covid free che un mese fa aveva ridato fiato e sorriso ai tour operator attivi sul long haul, la situazione resta molto delicata. E soprattutto incerta, mentre si assottigliano le speranze di chi voleva ripartire con i viaggi verso le mete extra Ue per salvare almeno il tesoretto procurato dalle vacanze di Natale Capodanno.
I corridoi non bastano
Se è vero che i corridoi verso Maldive, Seychelles, Mauritius, Repubblica Dominicana, Aruba ed Egitto con Sharm El Sheikh e Marsa Alam sono aperti e operativi, è altrettanto vero che la proroga del ministro della Salute Roberto Speranza, che di fatto mantiene inalterate le regole relative a liste e quarantena almeno fino al 15 dicembre per chi rientra in Italia, sta generando non pochi malumori.
I problemi pratici
Numerosi i problemi pratici segnalati da chi opera sul lungo raggio, a cominciare dalla difficoltà di trovare prodotto di qualità a causa della concorrenza degli altri mercati europei, che di fatto non hanno mai smesso di viaggiare e si sono accaparrati le soluzioni alberghiere migliori. Medesimo discorso per i posti volo: le compagnie aeree, che stanno ricevendo richieste in crescita dagli altri Paesi europei, premono per la riconferma immediata di quanto prenotato. Riconferma che in questo momento per i t.o. italiani rappresenta un rischio e una scommessa sul futuro. Ma non è tutto: le destinazioni ricomprese nei corridoi, Maldive in testa, sono in overbooking, come sottolineato dall’amministratore delegato de I Grandi Viaggi, Corinne Clementi. E l’unica speranza potrebbe essere quella di rientrare in partita dopo le cancellazioni che alcuni t.o. russi e inglesi pare stiano effettuando in queste ore.
E ancora: il personale delle strutture nei Paesi che lavorano soprattutto con il nostro mercato, come è ad esempio il caso di Zanzibar, sta aspettando una riapertura che non si sa se e quando si concretizzerà e se può si dedica ad altro.
La concorrenza europea
“La concorrenza pesa tantissimo – riassume Alessandro Gandola, che in Th Group guida la businss unit di Baobab -. Gli altri mercati hanno già ripreso a muoversi tempo fa, accaparrandosi ampi spazi sottratti proprio al mercato italiano. E non parliamo solo di Russia e Paesi dell’Est Europa già attivi da tempo, ma anche di tutti i Paesi nel Nord Europa. L’Italia è il Paese che mantiene ancora le maggiori restrizioni in uscita e questo ci fa perdere terreno nelle destinazioni. Questo vale soprattutto per l’Egitto, ma anche per le Canarie e le Maldive. Stiamo arrivando troppo tardi e si fa fatica a trovare camere, se il mercato italiano si fosse mosso con più anticipo avremmo potuto godere di condizioni sicuramente migliori. Baobab è riuscito a ritagliarsi comunque degli spazi importanti, segno che alla fine questo mondo del turismo è fatto di persone che sanno riconoscere e apprezzare la serietà e l’affidabilità nel lungo termine dei loro interlocutori”.
Le alternative possibili
In questa situazione, non ci sono molte alternative: “O si procede con nuovi aiuti al comparto, o si riaprono le frontiere in modo più strutturato. Così non si può andare avanti – sintetizza Alessandro Simonetti, general manager di World Explorer -. L’Oceano Indiano per le festività di Natale e Capodanno è saturo, stiamo ricevendo tante richieste. È necessario riaprire altre destinazioni e anche qualche corridoio in più sarebbe comunque meglio di niente, anche per redistribuire la domanda e l’offerta in modo più equilibrato”.
Perché la voglia di viaggiare non manca, e Simonetti spera in una riapertura “Magari di Namibia, Sudafrica e Kenya. Sarebbe già qualcosa…”.
Intanto, i prezzi salgono, come evidenzia il ceo di Mappamondo, Andrea Mele: “Molti mercati sono già ripartiti e questo pesa sul fronte della contrattazione del prodotto, in termini di disponibilità che poi significa anche di prezzi. Quando un hotel registra richieste in forte aumento incrementa i prezzi e per noi diventa tutto ancora più difficile”.