- 12/06/2014 09:16
Il ministro Zaazou all'Italia: "Vi chiedo di inventare di nuovo l'Egitto"
Ritornare alle vecchie abitudini, alla familiarità con una destinazione fino a poco tempo fa tanto gettonata e che oggi va supportata e difesa. A tutti i costi. Riconquistando le posizioni perdute e mantenendo costante la presenza nelle località turistiche libere dallo sconsiglio.
Questo il messaggio lanciato a più voci dalla convention 'United for Egypt' messa in campo a Marsa Alam da Astoi, Ainet, ministero del turismo egiziano e sette operatori italiani. "Voi italiani - ricorda il ministro del turismo, Hisham Zaazou - siete da sempre persone creative. Trent'anni fa avete inventato Sharm El Sheikh, l'avete messa per la prima volta nelle mappe e avete poi lanciato Marsa Matrouh. Ora - incalza il ministro rivolgendosi alla platea di operatori e agenzie - vi chiedo di inventare di nuovo l'Egitto, di avere fiducia. Invece di donazioni, mandate clienti".
E a pensarla così è anche Luca Battifora che, alla sua prima uscita ufficiale in veste di presidente di Astoi, sprona il mercato a fare la sua parte. "L'Egitto va difeso e supportato, è un prodotto che il cliente vuole e ama. Abbiamo perso posizioni - prosegue - più per fattori emotivi che per altro perché in altri Paesi lo Sconsiglio non ha creato tracolli". Poi aggiunge: "Non si può inventare una località turistica e farsela scippare per un momento di debacle. L'Egitto è un prodotto interamente confezionato e controllato dalla filiera, non attaccabile da terzi".
Difficile spiegare quindi la parabola discendente del mercato italiano passato da 1.444.384 passeggeri del 2010 ai 504.110 del 2013. "Per il tour operating l'Egitto conta oggi dall'8 al 12 per cento del fatturato a seconda del periodo dell'anno, arrivando in inverno addirittura a quattro clienti su dieci che lo chiedono in agenzia. È una destinazione fortemente presente nei principali operatori del balneare e per alcuni rappresenta oltre il 20 per cento del portafoglio. È vitale anche per molte compagnie aeree".
Quanto basta, secondo Battifora, per capire i rischi che sta correndo buona parte della filiera. "Se immaginiamo il peso sui conti economici degli operatori - dice Battifora - capiamo allora come la mancanza dell'Egitto si ripercuota sui conti e sulla capacità di investimento degli operatori".
Amina D'Addario