- 05/03/2025 14:05
Roma, Positanoe oltre: i pianidel Gruppo Ginobbi
Un brand ambassador del territorio, testimone di quel “manifesto identitario e culturale cittadino che il turista cerca in una destinazione”.
Non si tratta di un ruolo per vip, meno che mai per un influencer.
È, invece, la mission di un hotel indipendente secondo Giacomo Crisci, presidente del Gruppo Ginobbi, che con Palazzo Ripetta in due anni di vita è entrato nei ‘club alberghieri’ più prestigiosi, da Relais & Chateaux allo Star Award di Forbes.
L’arrivo delle grandi ‘corazzate’ dell’ospitalità mondiale sull’Italia non lo spaventano: “Il tasso di penetrazione delle catene alberghiere in Italia è ancora uno dei più bassi d'Europa, ma l'aumento dell'interesse degli investitori internazionali e la riduzione del numero di camere d'hotel contribuiranno sicuramente a far salire la presenza delle catene alberghiere in Italia dal 20,1% attuale ad oltre il 22%, nell’arco dei prossimi tre anni, accelerando così il processo di consolidamento del mercato” spiega in un’intervista a TTG Luxury.
Gli hotel singoli, però, hanno un asso nella manica. Sono, appunto, brand ambassador del territorio, e possono fare di più. Ad esempio, provare a replicare il loro modello altrove.
Che è la strada intrapresa dal Gruppo Ginobbi. Qualche settimana fa, infatti, il gruppo ha annunciato di aver preso in gestione le 5 ville di Torre Sponda, un gioiello di proprietà delle sorelle Gaetani affacciato sul mare di Positano.
Potrebbe essere l’inizio di qualcosa di nuovo, vien da pensare. E la risposta è sì.
“L’esperienza di Palazzo Ripetta rappresenta un modello di successo che vogliamo replicare in altre location, attraverso progetti che combinino heritage, innovazione e sostenibilità – rivela Crisci -. Il focus sarà su strutture con un numero di camere che ci consenta di garantire un servizio altamente personalizzato, oltre che su ville di alta gamma. Stiamo inoltre esplorando il segmento degli extended stay luxury, con appartamenti di prestigio per soggiorni prolungati, un trend in crescita nel mercato internazionale. Il Gruppo Ginobbi, però, non si limita alla sola acquisizione di immobili attraverso la divisione real estate, ma guarda con interesse anche a proprietà di terze parti, da trasformare in luoghi d’accoglienza, con lo scopo di gestirli direttamente attraverso il proprio modello e concetto di ospitalità”.
E i piani non si fermano in Costiera. “Stiamo andando nella direzione di creare un gruppo alberghiero – conferma il presidente -. Oltre a Roma, dove stiamo valutando opportunità di ristrutturazione o riconversione di palazzi storici, e a Positano, dove abbiamo invece intrapreso una partnership con Torre Sponda, il Gruppo Ginobbi sta prendendo in considerazione nuove operazioni in città ad alta attrattività turistica come Firenze, Milano e Torino, oltre che investimenti rivolti verso destinazioni con un alto valore di sviluppo. A livello europeo, stiamo esplorando nuove opportunità, capaci di attrarre una clientela internazionale alla ricerca di autenticità ed eccellenza. L’espansione avverrà sia tramite acquisizioni dirette che attraverso partnership strategiche, con una particolare attenzione rivolta a progetti attraverso i quali trasmettere il nostro know-how, la valorizzazione di asset unici e la gestione di hospitality di alto livello”.
Insomma, un gruppo internazionale, ma dove si respiri l’ospitalità italiana e il modello di lusso di Palazzo Ripetta.
Che lusso è? “Il nostro è un lusso discreto, fatto di attenzione al dettaglio e relazioni umane. L'offerta rispecchia i nostri valori di sostenibilità declinandosi in un servizio curato, intimo, innovativo ed estremamente personalizzato. Indiscussa è certamente la forza della location e del posizionamento: sia nel caso di Palazzo Ripetta che di Torre Sponda, è forte l'identità locale che si riscontra sia nella ristorazione che nel design - totalmente frutto di eccellenze italiane – oltre al rispetto delle caratteristiche del luogo in cui ciascuna struttura è collocata”.
E poi c’è l’arte, che è di casa. “C’è chi ritiene che l’arte ‘serva’ a decorare gli spazi, chi la ‘utilizza’ come ‘leva di marketing’ al fine di amplificare l’esperienza in loco e il livello di soddisfazione del cliente, chi invece pensa che l’arte sia capace di creare un ambiente stimolante e coinvolgente, aggiungendo valore alla struttura. Che l’arte sia in grado di modificare la percezione dell’esperienza proposta è un dato certo, tuttavia credo che l’arte non debba essere ritenuta una mera aggiunta o quel di più della proposta d’accoglienza italiana. Essa è piuttosto un elemento fondamentale ed integrante, soprattutto a Roma, che è un ‘museo a cielo aperto’. La scelta di rendere l’arte fruibile è anche in linea con i nostri obiettivi di sostenibilità sociale: è una decisione che va oltre il profitto e che intende portare avanti valori, tradizioni e cultura condivisa, creando opportunità di connessione con il territorio e la comunità locale”.
Nei due anni di vita di Palazzo Ripetta, sono stati ospitati numerosi progetti, tra cui la Rome Art Week, Open House, la personale dedicata a Manzù - in collaborazione con il Museo di Ardea e Giulia Manzù - le collaborazioni con la vicina Accademia di belle arti e l’Accademia del Lusso e con BAM! E ancora l’evento benefico a favore del Teatro Patologico di Dario d’Ambrosi, testimone che l’arte, nello specifico, l’arteterapia porta benefici non solo a livello emozionale ma anche cerebrale.
“Queste attività, svolte in un’ottica di promozione dell’arte e della cultura, hanno il fine più ampio di creare un polo di eccellenza e di cultura a Roma – aggiunge Crisci -. Credo che gli hotel possano rappresentare dei motori di crescita economica, sociale e culturale e il mio gruppo ha sicuramente a cuore questo impegno”.