A dispetto di quanto si crede, non è la prenotazione 'fantasma' l'insidia principale ai danni di chi cerca la propria vacanza per vie alternative. L'affermazione arriva nientemeno che dal National Fraud Intelligence Bureau, una sezione della polizia della città di Londra, che ha stilato un report proprio sulle truffe legate ai viaggi nel 2014.
Secondo quanto affermano le autorità della capitale britannica, la vera insidia si nasconde nell'hackeraggio degli account sui siti web: questa, infatti, sarebbe la più comune forma di truffa. Anche l'ormai famigerata vacanza inesistente, comunque, si piazza ai primi posti tra le più gettonate.
Sempre secondo il report, sono da tenere sotto controllo, in particolare, il settore accomodation, i biglietti aerei (in particolare quelli per l'Africa Orientale), ma anche il turismo sportivo e religioso.
I dati, del resto, parlano chiaro: nel 2014 nel Regno Unito sono state denunciate 1.569 truffe relative all'acquisto di vacanze, come riporta il sito di informazione di settore travelmole.com.
Per quanto riguarda le cifre in gioco, il report afferma che, in media, ogni truffato ci ha rimesso 889 sterline (pari a oltre 1.200 euro). Ma in singolo un caso (un raggiro basato su una multiproprietà), un malcapitato ha perso addirittura 62mila sterline, pari a 86mila euro.
Altro dato preoccupante: la maggior parte degli ingannati aveva pagato cash oppure con bonifico bancario. E, dunque, non ha avuto modo di recuperare le somme perse, al contrario di chi aveva utilizzato la moneta elettronica, come la carta di credito.