Digitali e sempre alla ricerca di esperienze personalizzate. I millennial stanno trasformando i viaggi d’affari. Come lo spiega una ricerca globale indipendente commissionata da Travelport, condotta in 19 Paesi su 11mila viaggiatori.
Lo studio ha rivelato che due quinti dei millennial italiani che viaggiano per affari (il 38%) considerano un problema non essere in grado di accedere in ogni momento alle informazioni riguardanti la prenotazione tramite qualsiasi dei loro dispositivi. Un terzo (il 36%) dice di essere frustrato quando le compagnie non usano l’analisi dei dati per fornire raccomandazioni di viaggio altamente personalizzate in base alle preferenze passate e un terzo (il 34%) dice che non poter usufruire del consiglio esperto di un consulente umano durante il processo di prenotazione è un grosso svantaggio.
Voglia di bleisure
Cresce inoltre la domanda per il ‘bleisure’. Due terzi (il 61%) dei viaggiatori sono soliti estendere regolarmente i loro viaggi d’affari di un paio di giorni così da poter vedere le attrazioni locali, contro i due quinti (il 39%) dei baby boomers.
Per soddisfare questa esigenza, la maggior parte dei millennial italiani che viaggia per affari effettua ricerche prima di finalizzare i piani di viaggio. Tra gli strumenti più utilizzati per costruire il loro itinerario perfetto ci sono siti di recensioni (usati dal 97%) e siti con consigli di viaggi generici (usati dall’ 86%).
Durante il viaggio di lavoro, in media, i viaggiatori business millennial italiani usano 16 differenti categorie di app.
I millennial, conclude Sandro Gargiulo, country manager Italia di Travelport, non ritengono “ che la presenza multi canale sia un’extra, ma un requisito base. È fondamentale che le agenzie che si occupano di gestione viaggi, così come gli attori che operano nel mondo delle prenotazioni aziendali, non solo riconoscano la situazione, ma siano in grado di rispondere. La mancanza di risposta – sottolinea - implica il rischio della perdita di contatto, e quindi di rilevanza, con i propri viaggiatori, specialmente in un paese digitalmente avanzato come l’Italia”.