I biglietti dei musei e delle aree archeologiche non vengono rimborsati, e agenzie di viaggi e tour operator incoming stanno perdendo centinaia di migliaia di euro.
Fra le tante le criticità che gli operatori si trovano a fronteggiare, a destare maggiore preoccupazione è la questione dei rimborsi della biglietteria pre-acquistata per l’accesso alle diverse aree museali o archeologiche di tutta Italia.
Stando a quanto precisato nell’art. 88 del decreto Cura Italia, infatti, non è prevista la restituzione dei capitali investiti (come stanno facendo invece altri Paesi) bensì il rilascio di voucher della durata di un anno.
Stefano Donghi, presidente di Fitopac (Federazione italiana tour operator promotori arte e cultura) si fa portavoce della categoria con TTG Italia per denunciare la delicata situazione che interessa in particolar modo il Colosseo, uno dei monumenti più visitati al mondo i cui biglietti, avendo scadenza giornaliera, non sono rimborsabili. “Sono tanti i t.o. che hanno investito cifre importanti per il preacquisto dei biglietti e ciò causerà un insostenibile danno economico”.
Da qui il suo messaggio rivolto al ministro Franceschini: “Le chiediamo di interessarsi a questa questione e contemplare il rimborso della biglietteria prepagata, azione che salverebbe molte aziende dal fallimento” conclude.