La lunga clausura cui siamo obbligati in queste settimane avrà come naturale conseguenza un desiderio su tutti, quando il lockdown sarà finito: tornare a viaggiare.
A sancirlo l’Osservatorio Innovazione Digitale nel Turismo della School of Management del Politecnico di Milano, che dalla raccolta ragionata di dati e messaggi chiave - tra cui quelli rilevati da GfK nel suo tracking settimanale per misurare gli effetti del Coronavirus sugli stili di vita - ha ricavato un assunto: anche gli italiani, come i cinesi, desiderano tornare a programmare una vacanza al termine dell’emergenza.
Un segnale positivo anche se, per ora, si traduce necessariamente in un turismo di prossimità. La maggior parte dei nuovi viaggiatori (83%) farà infatti le vacanze restando sul suolo nazionale, come indicano i dati della ricerca Confturismo-Confcommercio.
La voglia di evadere
Il desiderio di evadere, dunque, resta, nonostante il consumatore non sia particolarmente ottimista sull’immediato futuro del Paese: “Secondo quanto riportato in un’indagine di McKinsey - riferisce infatti Eleonora Lorenzini (nella foto), direttore dell’Osservatorio Innovazione Digitale nel Turismo - sono in pochi (il 14%) a ritenere che l’economia si riprenderà entro 2-3 mesi.”
Come riflesso di questa situazione così critica il 16% degli italiani teme di non avere disponibilità economica sufficiente per viaggiare, tuttavia il 44% lo farebbe se potesse detrarre parte del costo del pacchetto turistico.
Ricerche online rimandate
Mentre però, come precisa Lorenzini, “dalla Cina, come avvenuto nel 2003 dopo l’emergenza Sars (quando per la Golden Week i biglietti aerei acquistati registrarono un +200%), arrivano i primi segnali di ripartenza”, nel caso italiano l’incertezza sul futuro continua ancora a influenzare pesantemente la programmazione della vacanza. Prova ne è la tendenza a rimandare la ricerca online.
Partendo dall’Italia, infatti, le analisi di ByTek mostrano che calano drasticamente le query di ricerca online per viaggi ed esperienze. Particolarmente forte la riduzione delle ricerche per nicchie di turismo quali l’enogastronomico, l’ecoturismo, ma anche i viaggi avventura, oltre ai servizi di bus & rail e car rental & taxi (circa -60% rispetto al marzo 2019), tour operator e agenzie di viaggi, viaggi organizzati e crociere (tra -57% e -55%).
Ampliando lo sguardo all’Europa con le analisi di Sojern emerge un calo delle ricerche e delle prenotazioni aeree online nel breve periodo, mentre al contrario aumentano esponenzialmente le ricerche per prenotazioni aeree sia relative all’ultimo trimestre del 2020, sia soprattutto al primo del 2021.
“La tendenza a rimandare che si percepisce guardando ai dati delle ricerche online è ampiamente confermata dall’indagine condotta da Phocuswright su un campione di viaggiatori americani, inglesi, francesi e tedeschi - aggiunge Federica Russo, Ricercatrice Senior dell’Osservatorio Innovazione Digitale del Turismo -. Più della metà di essi (poco meno della metà solo per gli inglesi) ha deciso di posticipare il viaggio di uno o sei mesi e in generale, ad eccezione del viaggiatore tedesco, si preferisce rimandare il viaggio piuttosto che annullarlo”.
Obiettivo tutelare la salute
Il desiderio di viaggiare rimane, dunque forte, ma cambiano i bisogni e desideri del turista, che in questo particolare periodo fa della tutela della propria salute la priorità numero uno.
Oltre il 40% degli italiani intervistati nel sondaggio online di Simtur ha infatti dichiarato che sceglierà la propria destinazione di viaggio in funzione delle rassicurazioni offerte sulla sicurezza igienico-sanitaria e il rischio di contrarre virus. Igiene, flessibilità e luoghi sicuri (non affollati) saranno dunque al centro della pianificazione dei viaggi futuri.