Largo ai giovani? Sì, se le nuove leve fossero interessate al mestiere. Le agenzie di viaggi, che hanno visto il loro grande momento di sviluppo tra gli anni '80 e '90, si trovano per la prima volta 'in massa' di fronte al grande tema del cambio generazionale. Ma le cose non stanno andando esattamente nel verso giusto.
"I titolari diventano anziani e non si trovano giovani che vogliano intraprendere una carriera nel settore" rileva il ceo di Bluvacanze Domenico Pellegrino. Che prosegue: "Ci sono punti vendita che chiudono solo perché non trovano chi si metta al banco a vendere".
Le cause
Il problema però arriva da lontano."Quello dell'agente di viaggi è un lavoro molto impegnativo, full time, non si è mai in vacanza e non si hanno orari. E negli ultimi anni ha visto ridursi le marginalità e la capacità di generare reddito".
Insomma, la questione dell'attrattività del comparto nei confronti dei nuovi talenti non riguarda solo settori come la ristorazione o gli hotel, ma anche le agenzie di viaggi. Le quali ora devono fare i conti con un fisiologico ricambio generazionale che però, considerando che l'Italia ha visto negli anni '80-'90 l'apertura di gran parte dei punti vendita attuali, riguarda una parte considerevole del tessuto imprenditoriale.
"Bisognerà ricominciare a parlare in modo positivo di questo modo - prosegue Pellegrino -; è necessario far innamorare nuovamente di giovani di questo settore. Solo così avremo una nuova primavera del comparto".