Anche per il business travel sembra essere arrivato il momento di gettarsi alle spalle la crisi pandemica. Se solo fino a pochi mesi fa i principali player del settore lamentavano una persistente paralisi del bt, annunciando persino la fine dell’era dei viaggi d’affari, gli ultimi dati sembrano ora raccontare un’altra realtà, pronta a sconfessare in positivo le profezie di sventura. Secondo il Travel Industry Trend 2023 presentato ieri dal Mastercard Economics Institute, nel primo trimestre del 2023 i viaggi business sono cresciuti allo stesso ritmo di quelli leisure. Il dato, del tutto sorprendente, si registra in 30 Paesi, inclusa l’Italia.
La ripresa - rivela il report - è iniziata già nella seconda metà del 2022, trainata in particolar modo da quei Paesi in cui si riscontra una minore diffusione dello smart working, tra cui anche lo Stivale. I numeri rivelano infatti un forte interesse per gli incontri di lavoro in presenza, con la crescita più significativa della spesa per viaggi ed eventi di intrattenimento corporate guidata da Asia Pacifico ed Europa, rispettivamente in aumento del 64% e del 42% tra gennaio e marzo 2023.
I flussi
Con riferimento ai flussi in ingresso, la Penisola è una delle principali destinazioni mondiali, soprattutto per chi viaggia da Europa, Nord America, Medio Oriente ed Africa. Per quanto invece riguarda i flussi in uscita, aumentano in modo rilevante le prenotazioni sul lungo raggio. Una tendenza iniziata nel dicembre 2022 e favorita dalla riapertura del mercato cinese e dal ritorno massivo del lavoro in presenza.
Sembrano così realistiche le previsioni del Corporate Travel Study diffuso recentemente da Deloitte, che stimano per il 2025 il ritorno del segmento ai numeri pre-Covid.
L’ombra dell’inflazione
Resta, però, sulla ripresa l’ombra dell’inflazione, che se per i viaggiatori leisure si traduce in una discrepanza tra aumento del costo della vita e reddito, per il mondo business implicherà una maggiore attenzione ai costi.
Un tema già portato all’attenzione dallo studio di Deloitte, che ha sottolineato come l’aumento generalizzato delle tariffe per hotel e voli rischierà di rendere più complicate e lunghe le contrattazioni con i fornitori da parte dei travel manager.