La Banca dati delle strutture ricettive è un passo avanti per consentire allo Stato di misurare il numero di attività produttive, ma Aigab - l’Associazione Italiana Gestori Affitti Brevi - vuole rispondere alla crociata di alcuni sindaci contro gli affitti brevi mettendo l’accento sulla necessità di tutelare i proprietari e i gestori professionali.
“Mentre i sindaci continuano ad invocare più poteri per limitare il mercato e imputano agli affitti brevi, oltre allo spopolamento dei centri storici, anche il cosiddetto overtourism e l’aumento delle tariffe - spiega una nota dell’associazione - noi ribadiamo che, per il bene di tutti, sarebbe meglio fare sistema, anziché cercare capri espiatori rispetto a criticità strutturali cristallizzate da decenni”.
E Aigab aggiunge come sia sotto gli occhi di tutti la “totale assenza di politiche pubbliche relative alla casa per giovani e fuori sede, così come il fatto che l’affitto tradizionale con il contratto 4+4 ormai ha 40 anni e andrebbe aggiornato, come sarebbe ora di mettere mano a un sistema di tutele per i proprietari. È questa la sfida del futuro”.
Necessari più controlli
Aigab auspica poi inoltre che le nuove norme, che ad esempio sul fronte della sicurezza comportano costi aggiuntivi per i proprietari, siano efficaci nella lotta al sommerso. Per ottenere questo scopo, però, secondo l’associazione è necessario che i Comuni a cui sono demandati i controlli si attivino per scovare coloro che promuovono online immobili senza Cin e li sanzionino.
“I controlli - spiega Aigab - devono partire dallo screening dei codici sui portali, incrociando i Cin con quelli presenti nella banca dati. Diversamente, vorrebbe dire continuare a controllare chi è già in regola, rendendo inutile la burocrazia e i costi aggiuntivi delle nuove norme”.