La spinta propulsiva del dopo Covid sembra essersi esaurita: se i viaggi continuano a mantenere un ruolo di primo piano tra i consumatori a livello globale, sono una priorità assoluta solo per il 35% di loro e, soprattutto, solo il 35% dei potenziali viaggiatori si dichiara disposto ad aumentare il proprio budget per le vacanze.
Questo quanto emerge da una recente ricerca di Simon Kucher, società di consulenza strategica specializzata in pricing, che evidenzia una contrazione dei consumi nel turismo per la stagione invernale 2025. Le previsioni indicano, infatti, una crescita globale del budget di un solo punto percentuale per il travel leisure e del 3% per il business travel. Tra i principali fattori che contribuiscono a questa contrazione figurano la preferenza per soluzioni più economiche in termini di strutture e mezzi di trasporto (42%), la riduzione della durata dei viaggi (33%) e l’inflazione elevata (31%), che continua a influire sui budget dei consumatori.
Destinazioni close-to-home
Strettamente correlata alla riduzione del budget è la preferenza per il turismo di prossimità, che accomuna la maggior parte dei viaggiatori. La ricerca ha coinvolto, oltre ai consumatori italiani, anche quelli francesi, tedeschi, olandesi, spagnoli e inglesi e, fuori dall’Europa, i potenziali viaggiatori degli Emirati Arabi Uniti e degli Stati Uniti. Ebbene: tra chi opta per destinazioni più vicine ci sono al primo posto gli statunitensi con il 37%, seguiti dagli arabi con il 28% e dagli inglesi con il 27%. Gli italiani sono ultimi in questa classifica: solo il 20% dei nostri connazionali, infatti, sceglie mete vicine a casa per le proprie vacanze.
A livello globale la ricerca mostra anche come stia crescendo la tendenza verso prenotazioni last minute, che registrano un incremento del 10%, con una predilezione per la prenotazione diretta rispetto all’utilizzo di piattaforme come Booking.com. Si osserva inoltre anche un aumento della domanda di appartamenti, prevista in crescita del 3% rispetto alla stagione primaverile, mentre gli hotel subiranno un calo del 3%.
Altro trend significativo riguarda i viaggi di gruppo, che vedranno un incremento del 4%, spinti dalla ripresa dei viaggi d’affari e dalla crescente domanda da parte delle aziende. Queste dinamiche riflettono un mercato in trasformazione, caratterizzato da un’attenzione sempre maggiore ai costi e a modelli di viaggio più flessibili.
Overtourism e sostenibilità
Il sovraffollamento rimane un problema significativo, con il 50% dei viaggiatori preoccupati per il fenomeno e il 20% che ha annullato una vacanza in destinazioni troppo affollate.
Esaminando i singoli mercati sono gli arabi a mostrarsi maggiormente sensibili al fenomeno: il 40% di loro, infatti, ha dichiarato di aver cancellato o variato i propri piani di viaggio proprio a causa dell’overtourism, così come il 39% degli americani, contro il 23% di italiani e tedeschi.
Ultimo aspetto esaminato da Simon Kucher è, infine, la sostenibilità. Un crescente interesse per soluzioni di viaggio più sostenibili si sta infatti facendo sentire anche nel settore turistico, con il 40% dei viaggiatori disposti a pagare fino al 30% in più per opzioni di viaggio ecologiche. In questo ambito i più sensibili si dimostrano gli americani, seguiti dagli inglesi e dai tedeschi.
“I dati emersi dalla nostra ricerca - commenta Marco Torino, senior director di Simon Kucher - confermano una fase di adattamento del travel in cui i consumatori, pur mantenendo l’interesse per i viaggi, mostrano una crescente attenzione alla gestione del budget e alla sostenibilità. Le tendenze per la stagione invernale 2025 evidenziano un’inversione verso scelte più economiche e pratiche, come le prenotazioni last minute e il turismo di prossimità”.