Pellegrino, Bluvacanze:
“Quest’anno una stagione
in più e clienti più attenti”

Mentre da un lato lavora alacremente per spingere la domanda estiva sul Mare Italia, il Gruppo Bluvacanze fa i conti con un inizio d’anno che ha riservato una grande sorpresa per il turismo organizzato: un susseguirsi di ponti e festività che ha dato respiro al booking e che qualche competitor ha già ribattezzato ‘ferraprile’. “Rileviamo trend positivi. Sicuramente per la parte italiana la componente dei ponti ci ha regalato un aprile e una parte di maggio decisamente vantaggiosi, che hanno di fatto aggiunto una stagione in più a quella dei picchi”, racconta l’amministratore delegato di Bluvacanze Domenico Pellegrino.

Un’altra sorpresa riguarda un cambio di mentalità decisamente positivo da parte del consumatore italiano. Pellegrino segnala infatti una forte tendenza all’advance booking, sintomo di “un consumatore più attento rispetto al passato”, rimarca. “Abbiamo comportamenti virtuosi da parte del consumatore italiano, che sembrava sempre quello un po’ più lento rispetto al suo collega europeo o nordamericano e che invece ora ha imparato che, piuttosto che aspettare l’offerta dell’ultimo minuto, pianificare in anticipo le vacanze - per chi se lo può permettere, ovviamente -, magari destagionalizzandole un po’, può riservare grandi vantaggi, quali minor congestionamento, qualità della vacanza, risparmio e opportunità in più”. Traducendo l’anticipo medio in numeri “siamo passati dai 70-90 giorni del pre-pandemia ai 120-130 giorni, con buone ripercussioni sul prezzo medio per i clienti e in termini di pianificazione per noi, che vogliamo posizionarci sempre di più come un’azienda specializzata nella costruzione di vacanze su misura”.

Le incertezze dell’estate

Certo, le incognite per la bella stagione sono ancora molte. “Rimane ancora l’estate da completare, perché ci sono ancora ampie disponibilità su tutti i fornitori, questo vuol dire che la partita è ancora da giocare e, certo, qualche tempo fa l’ottimismo era molto più forte. Oggi - rimarca l’a.d. - sono tutti un po’ preoccupati, perché gli scenari economici globali e le incertezze generate da varie fonti, principalmente da un atteggiamento diverso del Governo nordamericano, gettano un velo di incertezza. Perciò siamo tutti molto attenti, sia nella parte di outgoing che nella parte di incoming, con tutti i riflessi che si possono avere in termini di destinazioni e potere di acquisto”. “C’è un tema di clima - prosegue Pellegrino -, perché la pressione mediatica su questi argomenti tende a spaventare i consumatori meno abbienti”.

È vero però, che al di là delle narrazioni, gli ultimi anni ci hanno abituati a improvvisi cambi di scenario, che oltre a disorientare i viaggiatori hanno forzato il turismo organizzato ad adattarsi rapidamente alle evoluzioni. “Oggi viviamo un restringimento dei confini della geografia turistica con minori possibilità rispetto al passato, per assurdo, di fruizione di luoghi e di destinazioni, anche quelle che sembrano consolidate e facilmente raggiungibili. C’è anche un effetto ‘stop&go’, perché si richiudono e si riaprono destinazioni e questo rende difficile la pianificazione. Da parte nostra, quello che stiamo facendo è cercare di fare innovazione sul fronte delle destinazioni, andando a lavorare su determinati target che sono meno sensibili alle proposte mainstream o agli classici del turismo tradizionale e che quindi sono anche disponibili alla scoperta di nuovi luoghi e nuovi modi di fare vacanza. E stiamo cercando di aprirci, attraverso la tecnologia, sempre di più a dei target che si erano allontanati dal turismo organizzato”.

Quanto alle incognite su una possibile nuova estate di disagi aerei, Pellegrino tiene a precisare che l’offerta dei vettori “sta crescendo, ma cresce con logiche diverse rispetto a un tempo e agli anni pre-Covid. Sicuramente oggi la profittabilità delle rotte è un elemento prioritario per le compagnie aeree, ma onestamente non vediamo una criticità”.

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