Ormai sono abituati a iniziare l’anno in questo modo. Da alcune stagioni i tour operator lavorano quotidianamente sulla programmazione, perché la cronaca sconvolge i piani e massacra i numeri. Un sistema di lavoro stressante che ha portato nelle ultime stagioni a chiusure di aziende e difficoltà sempre più marcate.
Ma al netto di tutto questo, il mercato ha ancora bisogno del tour operator, perché nelle agenzie di viaggi ci credono ancora e aspettano sempre di vedere se arrivano nuovi prodotti. Le mete si sono ridotte per mille motivi con il terrorismo in testa a tutto. Qualcuno ha iniziato a convivere con le emergenze di tutti i giorni, altri soffrono di più.
A inizio settimana, durante un evento a Milano organizzato da Msc, la pattuglia di network riunita alla corte della famiglia Aponte segnalava che la vendita di crociere sostiene e può sostenere ancora certi periodi di bassa, ma la programmazione dei t.o. non può mancare.
Il Mar Rosso dimenticato
Oggi l’offerta tour operating si racchiude molto in alcune mete a lungo raggio che movimentano traffico discreto, perché sulla ripresa del Mar Rosso ci credono in pochi.
I manager dei network scuotono la testa e ti dicono che dalle agenzie “non arrivano segnali incoraggianti, ma aspettiamo”. Cosa? Tutti sperano che in qualche modo il settore dei tour operator riprenda fiato e qualche sorriso in più. Senza cercare nemici invisibili, ma provando a resistere su alcuni mercati dove presidiano ancora bene prodotto e traffico. Sul terreno della villaggistica molte aziende possono e devono fare ancora la differenza. Magari raccontando progetti e attese. Senza paure.
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