L’unica strada percorribile. Di fronte a questa situazione internazionale easyJet doveva intervenire, anche sull'Italia.
Lo ha fatto all’interno di un piano globale che prevede riduzioni di attività importanti.
Ma in un momento così delicato bisogna avere il coraggio di ritirare le macchine negli hangar, tutto per limitare i danni.
Perché non è chiaro quando si potrà nuovamente riprendere un certo movimento di traffico e, soprattutto, alcune restrizioni dureranno a lungo.
Previsto un ridimensionamento su tre basi, Milano Malpensa, Venezia e Napoli. Sul mercato italiano si passerà da 36 a 27 aerei in attesa di vedere cosa succederà nei prossimi mesi.
“È una scelta difficile ma necessaria per garantire la sostenibilità del business di easyJet nel lungo termine sul mercato italiano”, ha detto Lorenzo Lagorio, country manager del vettore per l’Italia, a cui tocca gestire (nel nostro Paese) la fase più complessa nella storia del vettore.
Sperando che questa riduzione basti a contenere le difficoltà della compagnia aerea. Ora, malgrado annunci e proclami, anche gli altri vettori low cost potrebbero essere costretti a ridurre la loro presenza sull’Italia. I passeggeri mancano per tutti, nessuno escluso.