“La differenza tra una pratica Stati Uniti e una sul Mare Italia è abissale”. La ripresa del mercato è anche questa. In sostanza, va benissimo lavorare sulle mete italiane, ma solo con certe destinazioni estere è possibile sostenere i conti delle agenzie di viaggi.
L’inchiesta realizzata dal nostro giornale all’interno del numero in distribuzione parla chiaro. Serve un’apertura di destinazioni "forti" per dare un sussulto alle casse della distribuzione e contemporaneamente bisogna riaprire (con la giusta attenzione) anche agli arrivi dall’estero.
I charter che un tempo affollavano gli scali del Sud Italia sono infatti contati e non si prevedono incrementi importanti. Abbiamo bisogno di poter accogliere i turisti e di partire verso mete estere. Al netto di certe campagne politiche che continuano a esaltare i numeri sul Mare Italia. Non bastano e non basteranno mai a tenere in piedi da soli un’industria così complessa.