A Dublino hanno provato ad archiviare il dato in fretta, ma il campanello d’allarme è risuonato forte. Gli utili di Ryanair nel terzo trimestre dell’anno fiscale sono precipitati del 93%, con una serie di problemi a fare da zavorra.
A partire dal costo del carburante per arrivare a quello del personale, senza dimenticare la solita battaglia con le piattaforme web che non piacciono a Ryan.
Passare da 211 a 15 milioni deve aver fatto saltare sulla sedia gli azionisti del vettore, che da anni sono abituati molto bene. La discesa non ha invece scalfito più di tanto il ceo Michael O’Leary, che ha cercato di abbassare l’allarme spiegando “non serve essere ossessionati dai risultati trimestrali”, perché la compagnia tiene sempre i costi sotto la linea di guardia e il “divario con i concorrenti si sta allargando”.
Su quest’ultimo punto credo vi siano pochi dubbi, perché non si intravede nessuno in grado di tenere testa a Ryanair, capace di fare girare a mille flotta e personale. Però, quando prendi una scivolata di questo tipo, il mondo finanziario alza il livello di attenzione. Solo attenzione nulla di grave, ma a Dublino preparano la rivincita.