Boeing verso
l’accordo
con i sindacati

La vertenza aperta fra Boeing e i sindacati potrebbe domani trovare una conclusione. Si attende infatti il voto di oltre 30 mila lavoratori, chiamati a esprimersi sulla proposta di accordo che prevede un aumento del 35% (contro il 40% richiesto) dei salari, con l’aggiunta di bonus, incentivi e a un incremento dei contributi previdenziali.

L’eventuale accordo consentirebbe a Boeing di porre termine allo sciopero in corso da un mese e mezzo, costato circa 2 miliardi di dollari, ma non dovrebbe scongiurare i 17 mila licenziamenti (il 10% della forza lavoro) annunciati nei giorni scorsi.

Boeing, come riporta il Corriere della Sera, sta vivendo una fase delicata, con un debito di circa 45 miliardi di debito e forti perdite nelle divisioni Difesa e Spazio come Airbus, che taglierà 2.500 posti di lavoro. E la proposta di aumento del 35% degli stipendi secondo gli analisti potrebbe costare a Boeing 1-1,3 miliardi.

Anche Airbus non naviga tuttavia in acque tranquille, con all’attivo ancora oltre 8mila 500 commesse da soddisfare e un tasso di realizzazione dei jet inferiore al programmato a causa dei problemi della catena di approvvigionamento .

A gennaio gli analisti di Cirium avevano stimato 1.525 consegne di aerei Airbus e Boeing nel 2024. Ma quel dato, a luglio, è stato tagliato a mille 260. Con lo sciopero negli Usa e la revisione del rivale europeo, quel dato è sceso a mille 159 secondo le ultime stime, col schio di andare sotto i mille 100, meno di quelli dell’anno passato. I problemi ai motori di nuova generazione Pratt&Whitney Gtf — che richiedono un fermo di 300 giorni — peggiorano ulteriormente la situazione.

Meno aerei si traducono in minore offerta in un momento dove la domanda continuerà a salire. Il rischio è che la carenza di aerei si ripercuota ancora una volta sul caro prezzi.

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