Bologna, paradosso
Marconi, fra crescita
e disagi

L’aeroporto Marconi di Bologna sta vivendo una stagione difficile. Traffico e lavori in corso stanno infatti generando disturbi ai passeggeri e il sindaco accusa la società di gestione di perpetuare da tre anni disagi che non giovano all’immagine della città.

Gli occhi sono puntati su un traffico aereo cresciuto a ritmi stabili dopo il Covid, tanto da aver toccato quest’estate il record storico, e su lavori di ampliamento e riqualificazione arrivati al loro picco proprio in piena stagione turistica, forti di 200 milioni di investimenti del masterplan aggiornato al 2026, con inevitabili disagi per i viaggiatori.

Per questo, come riporta Il Sole 24Ore, l’Enac sta valutando la capacità operativa e infrastrutturale dello scalo in vista della prossima stagione estiva.

Il Guglielmo Marconi è un aeroporto che risale agli anni Ottanta dentro la città, con spazi limitati di espansione e problemi di convivenza con i residenti già oggi che è il settimo scalo per traffico passeggeri (10 milioni nel 2023) e terzo nel cargo (dopo Roma e Milano).

“L’aeroporto - spiega al Sole 24Ore il presidente di Confindustria Emilia, Valter Caiumi - è un asset nevralgico per una regione crocevia d Europa che ha la più alta propensione all’export del Paese e che sta investendo moltissimo sull’attrazione di imprese e talenti, e non è un’infrastruttura adeguata a questo ruolo. Serve uno scatto e servono investimenti calibrati sul doppio degli utenti attuali”.

Il piano attuale è invece tarato su 12,5 milioni di utenti nel 2030, traguardo sempre più vicino anche l’Alta velocità ferroviaria raggiungibile in sette minuti di navetta sopraelevata: a luglio si è superato il muro di 1,1 milioni di passeggeri, a giugno si era toccato il milione (+10% nei primi sei mesi rispetto all’anno prima). E mentre Bologna scoppia, stentano gli altri tre aeroporti della via Emilia, Parma, Forlì e Rimini.

Getta acqua sul fuoco il presidente dello scalo, Enrico Postacchini: “Siamo stati sconfessati solo sulla ripresa del traffico aereo post-Covid, molto più rapida del prevedibile e, come noi, tutti gli aeroporti in Europa che gestiscono voli sia di linea sia low cost. Il piano di investimenti approvato da Enac sta avanzando come da programma. Durante il Covid abbiamo privilegiato piazzali e spazi esterni, altrimenti oggi non saremmo in grado di ricevere aerei passeggeri, traffico merci e aviazione privata”.

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