I ricavi per la scelta del posto sono una voce di introito sempre più importante per le compagnie aeree. Ma non tutte, negli Stati Uniti, calcolerebbero gli introiti nello stesso modo ai fini fiscali.
Proprio su questo ha deciso di indagare il Senato Usa. Secondo le prime rilevazioni, infatti, alcune compagnie avrebbero abbassato le aliquote fiscali classificando questi importi come voce accessoria non soggetta alla tassa del 7,5%. Il dato interessante, come evidenzia travelweekly.com è che i vettori calcolano l’imposta in diversi modi, pagando ciascuna una percentuale differente.
Il nodo è che negli Usa le compagnie aeree sono tenute a pagare l’accisa su tutte le entrate legate alla fornitura di trasporto, ma consente alcune deroghe accessorie, comprese le tariffe per i bagagli.
Il rapporto, presentato dalla maggioranza democratica del Senato, punterebbe a una nuova normativa che obblighi le compagnie aeree a presentare dati dettagliati sui ricavi legati alla scelta dei posti, come già accade per le tariffe dei bagagli. Anche perché la crescita delle ancillary, afferma il rapporto, sembrerebbe aver ridotto la quota di pagamenti dei clienti che alcune compagnie aeree sottopongono alla tassa sui trasporti.