La Sicilia taglia
la tassa d’imbarco
negli scali minori

Ryanair lo chiedeva con forza già da due anni, ed è stata parzialmente accontentata. La Sicilia ha infatti deciso di tagliare la tassa comunale d’imbarco negli aeroporti minori dell’isola, a Lampedusa e Pantelleria, Comiso e Trapani Birgi, lasciando invariata la situazione su Palermo e Catania.

“Una scelta strategica per il futuro del nostro territorio - commenta il presidente di Airgest, società di gestione dell’aeroporto di Trapani Birgi, Salvatore Ombra -. Finalmente una misura che auspicavamo e sostenevamo da tempo. Una decisione che non solo rafforza la competitività degli scali minori, ma agisce da vero e proprio moltiplicatore di passeggeri senza penalizzare i due aeroporti principali dell’isola”.

I costi

Il provvedimento vale circa 6 milioni e mezzo di euro che la Regione stanzierà nella prossima manovra economico-finanziaria prevista fra giugno e luglio. Nelle variazioni di bilancio sarà prevista una misura compensativa nei confronti dei comuni che vedranno venir meno questa imposta. “Tale manovra assolutamente democratica che va a vantaggio di tutte le compagnie aeree che vogliono volare sugli scali minori - conclude Ombra - è un intervento intelligente e lungimirante che favorisce l’intero sistema aeroportuale e genera nuove opportunità per il nostro territorio”.

Un provvedimento che, dicevamo, non accontenta del tutto Ryanair, che chiedeva l’azzeramento dell’imposta in tutti gli aeroporti. In base ai calcoli fatti da blogsicilia.it estendere il taglio della tassa a tutti gli scali significherebbe però sottrarre ai Comuni qualcosa come 80 milioni di euro, mentre con l’applicazione sugli aeroporti minori il gettito fiscale che si taglia è compensabile.

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