Da una parte il traffico mondiale destinato a bruciare tutti i record storici, dall’altra la mancata consegna di nuovi aerei, oltre alle tensioni geopolitiche e agli scioperi. Questi i fattori concomitanti che contribuiranno a far lievitare il prezzo dei biglietti aerei che, secondo gli analisti, nei mesi estivi potrebbe crescere tra il 5 e il 10% rispetto al 2023, anno in cui le tariffe erano già rincarate dell’8% sulla stagione precedente.
Le prime indicazioni arriveranno nei prossimi giorni con la pubblicazione delle trimestrali dei vettori europei; quello che è certo, come riporta Il Sole 24 Ore, è che le compagnie aeree, a causa delle mancate consegne di velivoli nuovi, stanno spendendo miliardi in manutenzione per continuare a far volare macchine più vecchie e meno efficienti dal punto di vista del consumo di carburante.
Diminuisce la capacità globale dei vettori
Prima della crisi della Boeing la Iata aveva previsto una crescita annua della capacità globale delle compagnie aeree del 9%, ma ora i dati sono destinati a essere rivisti al ribasso perché, secondo secondo AeroDynamic Advisory, i passeggeri quest’estate avranno a disposizione il 19% in meno di aerei a causa dei problemi di produzione di Boeing e Airbus. Tutto questo mentre la Iata prevede che i viaggiatori nel 2024 saranno 4,7 miliardi rispetto ai 4,5 miliardi del 2019 pre-pandemico.
In Europa la compagnia che risentirà di più del calo della produzione di aerei sarà Ryanair, che questa estate riceverà da Boeing soltanto 40 737 Max sui 57 previsti e per questo ha già rivisto il suo network: nessuna cancellazione di destinazioni, ma riduzione delle frequenze.