Ryanair e le tasse,
taglio di rotte
in Germania

L’annuncio arriva direttamente dal suo ad, Michael O’Leary: Ryanair taglierà altre rotte dalla Germania. Il motivo è sempre lo stesso: le tasse aeroportuali, che O’Leary definisce “assurde”. Per non parlare della politica ambientale tedesca che, afferma, non è degna di essere presa sul serio, poiché chiede soluzioni sostenibili all’aviazione, ma continua a bruciare lignite nelle centrali elettriche.

Secondo l’ad di Ryanair è l’aeroporto Berlino Brandeburgo ‘Willy Brandt’ a essere scarsamente attraente per le compagnie aeree, a causa degli oneri ritenuti insostenibili. I costi per passeggero in Germania, afferma, superano il prezzo medio europeo del biglietto, (circa 52 euro, secondo Ryanair, mentre i costi operativi per passeggero in Germania sono di circa 58 euro). Di conseguenza Ryanair, come spiega ilmitte.com, si ritirerà dagli aeroporti di Dortmund, Dresda e Halle/Lipsia alla fine di marzo 2025. Il vettore ridurrà inoltre la capacità ad Amburgo del 60%, a Colonia/Bonn del 10% e a Berlino del 20%. A Schönefeld, dove Ryanair utilizza il Terminal 2, saranno cancellate sei delle 54 rotte. In tutta la Germania sarà eliminato il 12% dei posti.

O’Leary ha inoltre inoltre menzionato i numeri poco confortanti dell’aeroporto di Berlino Brandeburgo: costato oltre sei miliardi, ha ancora oggi numeri inferiori, in termini di passeggeri, rispetto a quelli dei vecchi aeroporti di Schönefeld e Tegel (25 milioni all’anno, contro gli oltre 35 dei vecchi hub).

Fra gli esempi virtuosi ha invece citato l’Italia e la Spagna, che sono ottimi mercati per Ryanair, dove il numero dei viaggi aerei è risalito percentualmente molto di più dopo la pandemia.

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