Una corsa che sembra non avere fine. Se l’anno scorso i ricavi ancillary per le compagnie aeree avevano polverizzato il record del 2019 con 117,9 miliardi di dollari contro i 109,5 di quattro anni prima, le stime per il 2024 di CarTrawler vedono un’ulteriore accelerazione, con ben 148,4 miliardi.
In altri termini, le ancillary rappresentano il 14,9% dei ricavi delle compagnie aeree; per singolo vettore, la percentuale può variare dal 2% fino a un massimo di 56,4%, ovvero ben oltre la metà delle entrate complessive. Ma le ancillary corrono molto più veloce: Iata prevede infatti un aumento dei ricav dei vettori nel 204 pari al 9,7% (per un totale di 996 miliardi). Ma le stime CarTrawler vedono i ricavi ancillary crescere quasi del 20%.
Ma questo andamento non è distribuito in maniera uguale tra tutti i vettori. Le compagnie aeree tradizionali, nonostante abbiamo visto un aumento in termini assoluti dei ricavi provenienti da ancillary, hanno tuttavia visto una diminuzione della percentuale di incidenza sui ricavi totali. Come riporta traveldailynews.com, questo potrebbe indicare che i vettori legacy stanno raggiungendo il limite di spesa dei consumatori per gli extra.
Più di un biglietto su due comprende ancillary
Un ulteriore dato riguarda la quantità di ticket che comprende servizi à la carte. Secondo CarTrawler, solo il 45% dei ticket emessi non genera ricavi da servizi ancillary. Questo significa che oltre la metà dei viaggi invece viene acquistato con un extra di qualche tipo.
Un fenomeno che, sempre secondo CarTrawler, ha anche effetti positivi sulle tariffe. I viaggiatori con minore capacità di spesa, infatti, possono sfruttare le tariffe senza servizi accessori, mentre i ricavi generati dal 55% che sceglie gli extra andranno in qualche modo a ‘finanziare’ anche i biglietti emessi senza nessuna aggiunta. Le tariffe più basse, viene infatti precisato, non potrebbero esistere senza il supporto dei ricavi à la carte.