Nel 2024 sono stati ben 76 i paesi che sono andati al voto, tra cui nazioni e mercati importanti come gli Stati Uniti e la stessa Unione Europea. Parte da qui quel vento di cambiamento “Wings of Change” che soffia anche in Europa, e che Iata ha voluto provare ad interpretare e cavalcare, nell'omonimo convegno in corso in questi giorni a Roma. “Come parlamento europeo sosteniamo l’aviazione europea, e anche se gli equilibri politici sono un po’ cambiati, la strada resta quella tracciata dallo European green deal”, ha dichiarato in apertura di lavori Filip Cornelis direttore del settore aviazione nella commissione UE.
Tra sedute plenarie e tavole rotonde, verrà affrontato anche l’argomento tassazione, soprattutto sugli inquinanti. Per gli esperti andrebbe rivista in quanto iniqua. “L’Europa vola su aerei di ultima generazione, il resto del mondo ancora no”, ha precisato Christian Scherer, ex a.d. di Airbus. Infine il tema più spinoso, ovvero la legislazione. L’Europa sembra, vista da Iata, imbrigliata nelle sue stesse norme. In molti chiedono un rinnovamento e soprattutto meno burocrazia. “L’operazione tra Ita e Lufthansa ha dimostrato che non si può parlare di concorrenza e guardare solo al mercato europeo – ha dichiarato Antonino Turicchi presidente di Ita Airways -. Senza pensare ai tempi. 2 anni sono veramente tanti”.
Roberto Saoncella