Voli, traghetti e crociere. Non si salverebbe nessuno dalla nuova tassa richiesta dall'Anci per finanziare le città metropolitane.
La proposta è stata pubblicata sul sito dell'associazione dei comuni, all'interno della bozza denominata 'Proposte normative per decreto legge finanza locale e relazione illustrativa'.
Il meccanismo sarebbe semplice: visto che le città metropolitane dovranno accollarsi i debiti delle Province, l'Anci vorrebbe lasciare la facoltà ai Comuni di imporre un balzello di 2 euro per ogni passeggero in arrivo nei porti o negli aeroporti italiani per andare a risanare i conti.
Insomma, se manca il denaro, paga il turismo. Anche perché, sia per i voli sia per gli approdi via mare, la riscossione avverrebbe per mano della compagnia (aerea o di navigazione). E tutto questo in un settore dove la guerra dei prezzi si gioca sul filo dell'euro in più o in meno.
L'unica differenza tra aerostazioni e porti sarebbe la seguente: se nel primo caso di tratterebbe di una tassa di imbarco richiesta a tutti i passeggeri, nel secondo caso l'imposta riguarderebbe lo sbarco; da questo secondo balzello sarebbero esclusi i residenti nella città metropolitana di attracco, i lavoratori e gli studenti pendolari. Per i passeggeri dei voli aerei, invece, non sarebbero previste esenzioni.
La riscossione sui pax dei collegamenti via aria avverrebbe con le modalità dell'addizionale sui diritti di imbarco; la riscossione, si legge nel documento dell'Anci, avverrebbe "a cura dei gestori di servizi aeroportuali, con le modalità in uso per la riscossione dei diritti di imbarco". Per i collegamenti via mare, l'importo sarebbe invece da riscuotere "unitamente al prezzo del biglietto da parte delle compagnie di navigazione".
Diversa formula ma identico risultato, dal momento che in entrambi i casi la nuova tassa verrebbe inclusa nel prezzo complessivo del biglietto.