Vuole fare il manager e basta. A chi sostiene che si sta preparando alla carriera politica risponde “si sbaglia di grosso”.
Fabio Lazzerini da qualche settimana viaggia a gonfie vele, compare spesso in rete e nelle occasioni pubbliche dove si parla di turismo.
Lui è uno che 'buca il video', con relazioni forti nel mondo social e sa benissimo che deve traghettare l’Enit fuori dalle sabbie mobili usando tutte le armi.
Da quando occupa la poltrona di consigliere delegato dell’Enit si alterna sui vari palchi con la sua presidente Evelina Christillin.
I due viaggiano allineati e in queste settimane stanno spiegando ovunque che l’Enit sta facendo di tutto per cambiare pelle.
“Siamo nella fase di trasformazione”, Lazzerini lo va dicendo da tempo perché teme che in molti pretendano risultati immediati.
In questa intervista Match Point con TTG racconta di problemi e aspettative dell’ente e di come riesce a mantenere calma e timone anche nella guida della sede italiana di Emirates.
Partiamo da Emirates. Una volta per tutte ci spiega se e quanto si sono arrabbiati a Dubai per la sua nomina istituzionale.
Non si è arrabbiato nessuno. Forse qualcuno ha ricamato su questa cosa e invece le cose sono andate in maniera molto diversa.
Sveliamo il pensiero del quartier generale di Emirates?
Si sono complimentati perché si tratta di una nomina di rilievo. Nessuno mi ha chiesto di fare un passo indietro e, anzi, hanno espresso soddisfazione quando ci siamo sentiti e visti negli ultimi tempi.
L’impegno di Enit ha in qualche modo penalizzato la guida del vettore?
Non scherziamo, siamo una compagnia con performance in crescita. L’apertura del volo Emirates su Bologna è sicuramente una delle rotte con più rapida crescita del network. Questo è un grande successo e la nostra presenza in Italia mi pare sempre più solida.
Qualche numero?
Abbiamo un target di network dell’80 per cento di occupazione. Posso dire che Bologna soddisfa ampiamente il target di gruppo. Altri numeri non possiamo fornirli, ci penserà la casa madre in fase di consuntivo.
La sua capacità di cambiare pelle e rispondere senza esitazioni colpisce. Pare totalmente immerso nelle due versioni, con grande attenzione e penetrazione nel business. Qualcosa o qualcuno sta sicuramente reclamando spazi, ma lo vedremo tra poco…
Insomma con due incarichi di alto livello rimane poco spazio per il resto. Cosa ha deciso di sacrificare?
Guardi, la famiglia non si tocca e faccio i salti mortali per stare con loro più tempo possibile. Trascuro l’attività fisica e gli amici. Sono una parte importante della mia vita e in questo momento ho ridotto gli spazi per stare con loro. Questa è la cosa che non mi piace.
Torniamo al lavoro. Se parliamo di Enit e brand Italia non possiamo lasciare fuori Alitalia. Vi siete chiariti con i vertici del vettore?
Alitalia è il partner di riferimento per Enit, credo che questo sia il miglior segnale possibile.
Sicuramente, ma non ha spiegato cosa è successo prima con Az…
È successo che dopo un avvio in salita ci siamo conosciuti e chiariti con i vertici di Alitalia. Stiamo parlando di una compagnia che sta portando avanti un progetto importante di rilancio, rilancio che può dare molto al turismo del nostro Paese.
Tutti intanto reclamano la nascita di un tour operator in grado di spingere l’incoming. Lei cosa ne pensa?
Credo che nel nostro mercato siano presenti aziende che fanno un buon lavoro sul fronte del ricettivo. L’incoming però ha bisogno di diventare più robusto, servono partner da portare nelle missioni all’estero. Oggi abbiamo la necessità di poter contare su tour operator capaci di offrire un palinsesto di copertura nazionale.
In griglia di partenza abbiamo Lastminute e Intesa Sanpaolo con la piattaforma Destination Italia.
Hanno le carte in regola per fare bene. Un partner finanziario di grande peso e un’azienda con una tecnologia di primo livello. Ora vedremo l’impatto sul mercato.
Le prime settimane di Enit sono state terribili?
Non esageriamo, ma difficili sicuramente. All’inizio ci sentivamo soli e spaesati e in quelle fasi il ministro Franceschini è stato fondamentale perché capace di tenere la barra a dritta. Ha riportato il turismo sotto i riflettori con un grande lavoro.
Parla come un politico e si muove in punta di piedi.
Ha già fissato la data per entrare in politica?
Ma non scherziamo, non ho alcuna intenzione. Sono un manager abituato a lavorare sui numeri e con le risorse umane. Non mi vedo proprio in politica, malgrado la politica affascini per alcuni aspetti. Rimane comunque un mondo distante dal mio.
Però quel fascino che sottolinea potrebbe a lungo andare vincere su tutto e su tutti.
Twitter @removangelista