Luca Cordero di Montezemolo, presidente di Alitalia, si presenta in audizione davanti alla Commissione Trasporti della Camera in assetto di guerra. Dopo due anni alla guida del vettore di bandiera, "un'azienda che era fallita e che ancora oggi perde circa 500mila euro al giorno", il manager sa di avere davanti a sé una serie di sfide difficili.
Spara a zero su Enit, ricorda al Governo gli investimenti promessi in promozione turistica "di cui non abbiamo ancora visto un euro", ribadisce il trattamento di favore concesso a Ryanair e fa notare che il sì alla tratta Milano-New York a Emirates è una scelta "che nessun altro paese europeo aveva concesso per non indebolire le compagnie di bandiera".
E difende a spada tratta la sua creatura, quell'Alitalia che "nonostante non abbia avuto un euro di contributi pubblici raggiungerà il break even nel 2017 e si candida a diventare la migliore compagnia d'Europa".
Enit e finanziamenti pubblici
Nel 2016 sono 400 i milioni di euro investiti tra rinnovo degli interni, flotta e servizi, 17 dei quali per la campagna internazionale "che promuove tutta l'Italia: ad agosto 2014 avevamo chiesto al Governo un contributo di 20 milioni l'anno per fare pubblicità dove abbiamo aperto rotte, ma solo oggi il ministro dello Sviluppo Economico ha iniziato a muoversi".
Da qui il colpo di cannone contro Enit: "In un Paese serio sarebbe già stato chiuso - tuona -. Auspichiamo un piano turistico a livello nazionale, con un grande t.o. incoming e un marchio di hotellerie forte, insieme a cui decidere dove Alitalia deve investire".
Ryanair ed Emirates
Il problema, ribadisce, è di competitività: "Non chiediamo soldi pubblici, ma di mettere la compagnia di bandiera in grado di essere competitiva e non subire attacchi sul proprio territorio". Il riferimento è a Ryanair, ma anche alla scelta di concedere l'autorizzazione a Emirates per l'apertura del volo Milano-New York, "che ha tolto lavoro ad Alitalia dopo che Germania, Francia e Gran Bretagna avevano detto di no".
L'alleanza Skyteam
D'altra parte quelle verso il Nord America sono le rotte più redditizie per una compagnia aerea e in tal senso la joint venture con Skyteam, "un partner chiave per noi fondamentale", commenta l'a.d. Cramer Ball, rappresenta anche un freno. "Ci siamo ritrovati con un contratto che purtroppo limita l'aumento di voli verso la destinazione senza l'autorizzazione degli alleati".
Il futuro di Az
Il futuro tratteggiato da Montezemolo è comunque roseo: entro fine anno Alitalia avrà un suo terminal a Fiumicino, scalo "verso cui i rapporti sono migliorati". L'anno prossimo arriveranno due nuovi aeromobili in flotta e aumenteranno gli investimenti sul cargo.
Soprattutto, il vettore metterà a segno l'agognato break even, dimostrando così che un'altra Alitalia è possibile.