Siamo all’inizio del 2005 e per la nuova Swiss, nata dalle ceneri della fallita Swissair e dopo la fusione con Crossair, i conti continuano a non essere particolarmente a posto. Il tutto nonostante che nel giro di meno di tre anni fossero stati iniettati nelle casse una cifra intorno ai 3 miliardi di franchi.
Parte allora un’operazione che sotto molti punti di vista ricorda il piano di Lufthansa per Alitalia che oggi il Messaggero ha anticipato. Il primo passo fu l’acquisizione del 15 per cento e l’iniezione immediata di 70 milioni, ma già due anni dopo il vettore elvetico era interamente nella mani di Lh, con un versamento totale di circa 300 milioni.
Operazioni finanziarie a parte, venne subito messa in campo una rivoluzione interna senza precedenti e nel giro di poco più di due anni la compagnia passò dal rosso (che perdurava da sei anni consecutivi) a un utile operativo da 571 milioni e oltre il 30 per cento di passeggeri in più.
Un passaporto di tutto rispetto (ripetuto in maniera identica poi con Austrian) con il quale i manager di Lufthansa si presentano ora dai commissari per varare un nuovo risanamento.