“A dire il vero, il ‘brand’ non ci interessa molto”. Il marchio in questione è nientemeno quello di Alitalia e a pronunciare queste parole è József Váradi (nella foto), amministratore delegato di Wizz Air, protagonista dell’ultimo colpo di scena nella vicenda Alitalia: l’ingresso della low cost nella rosa dei pretendenti.
Wizz Air, tra le compagnie aeree, è relativamente giovane (il 19 maggio di quest’anno si festeggeranno i primi 14 anni di attività) e sta vivendo quella fase di espansione che caratterizza il mondo low cost. A testimoniarlo c’è l’ordine di 110 Airbus in arrivo, oltre ai 146 che entreranno in flotta dal 2022 in poi. In un’intervista rilascia a la Repubblica, inoltre, il manager rilancia: “Siamo pronti a un raddoppio del nostro business entro 4 o 5 anni”.
Ma sempre giocando sul corto e sul medio raggio. Nonostante la febbre long haul abbia contagiato gran parte delle no frills europee (e il no frills, per contro, abbia contagiato le tariffe delle legacy sul long haul) per il momento Váradi si concentra sul business che conosce meglio: quello delle rotte più brevi. “Non rientra nelle nostre strategie operare sul lungo raggio” afferma chiaramente il manager sulle colonne del quotidiano. E il riferimento è anche alla compagnia tricolore: “Alitalia ci interessa, ma solo per ciò che riguarda il breve e il medio raggio”.
Ciò a cui guarda Váradi è soprattutto il mercato italiano: è questo il fulcro della sua attenzione per Alitalia. Del resto, la Penisola è un terreno decisamente interessante per le compagnie low cost. E sull’agenda del manager compare già un viaggio in Italia nelle prossime settimane. Un incontro sul tema Alitalia o su eventuali nuove rotte non è sicuramente da escludere.